Ha fatto il suo Max Verstappen durante le qualifiche per il Gran Premio della Cina: ha tirato fuori dalla RB21 la miglior prestazione possibile, nonostante la monoposto non sia ancora al massimo e decisamente non ai livelli della McLaren. Nonostante il quarto miglior tempo però, non può ritenersi soddisfatto perché la Mercedes di George Russell si schiererà proprio davanti a lui in seconda posizione, mentre le sue chance di rimontare fino al podio, o addirittura di provare a battere le McLaren, sono decisamente minori rispetto ai pronostici del Gran Premio d'Australia, quando a far da giudice della domenica era stata la pioggia. E infatti l'olandese è pensieroso durante le interviste post squalifica: a Melbourne era comunque riuscito a salire sul secondo gradino del podio, dopo aver lottato per la vittoria, ma a Shanghai potrebbe essere tutto più complicato.

Un sorpasso poi Max Verstappen l’ha già subito durante il weekend cinese: nella gara Sprint è stato sopravanzato da Oscar Piastri, poleman del Gran Premio, che con la forza della sua McLaren è riuscito a prendersi la seconda posizione. “Ad occhio e croce io ho fatto il massimo con la vettura che abbiamo a disposizione” ha raccontato l’olandese ai microfoni di Sky Sports. “La gara però non sarà facile. Da parte mia, io cercherò di partire bene e di usare al meglio le gomme, che abbiamo capito saranno l’ago della bilancia” ha spiegato il campione del mondo in carica, ripetendo la stessa frase che hanno pronunciato tutti i suoi colleghi: in Cina l’asfalto è nuovo e sarà il comportamento della gomma a fare da spartiacque. “Come posso vincere domani? Beh, se si ritirano tutti quelli davanti a me. Ci manca ancora qualcosa” ha concluso Verstappen, che è stato brutalmente onesto nel proiettarsi sul gradino più alto del podio domani.

Anche se Helmut Marko, il consulente della Red Bull, ha spiegato che in realtà non è proprio come dice il suo pilota prediletto: “Sembra che ci siano almeno sei piloti in grado di vincere. I distacchi dalle McLaren sono minori a quanto ci immaginavamo, quindi se domani riusciamo a gestire il degrado degli pneumatici ci giochiamo tutto con loro, la Mercedes e la Ferrari”. E a Super Max non manca nulla per provare a vincere domani, se non un compagno di squadra. L'olandese è ormai abituato a doversela cavare da solo, con l’esperienza della scorsa stagione che ha condotto praticamente in solitaria visti gli scarsi risultati di Checo Perez, ma sperava di poter avere manforte da Liam Lawson, promosso in Red Bull proprio per rimediare alle lacune lasciate dal messicano. Il neozelandese si era comportato benissimo al volante della Racing Bulls, addirittura presenziando più volte nel Q3 e raccogliendo punti su punti. Una volta arrivato in Red Bull però, sembra aver perso tutta la sua magia: su tre qualifiche, due le ha concluse in ultima posizione - mentre in Australia è partito diciottesimo, quindi non ha mai superato il taglio del Q1.
La stagione è appena cominciata, ma la pressione sulle spalle di Lawson cresce a vista d'occhio. Non tanto dal suo team - ancora nessuno in Red Bull si è espresso se non Christian Horner proprio in Cina, dove ha dichiarato che con la squadra lo stanno osservando per capire come aiutarlo - ma dai media e dai tifosi, che iniziano a dubitare della scelta della Red Bull. Infatti, il suo sedile sembrava dovesse andare a Yuki Tsunoda, rimasto invece al volante della Racing Bulls e che in questo momento sta performando in maniera eccellente. Quinto in Australia e nono in Cina, il giapponese in fase di qualifica ha dimostrato di essere davvero in forma e decisamente più competitivo del suo collega, con cui ha condiviso le categorie propedeutiche e anche la vita quotidiana di quegli anni: i due, parte del Red Bull Junior Team, hanno vissuto insieme durante tutti gli anni di allenamento, mentre venivano costantemente confrontati. Per adesso, Liam Lawson sembra tra i due quello che è riuscito a collezionare più soddisfazioni, o quantomeno a convincere Christian Horner e la sua squadra, ma Yuki Tsunoda ha dimostrato di essere quello più concentrato.

Certo è che Liam Lawson deve anche fare i conti con una vettura che non conosce - e che è rinomato essere costruita addosso alle caratteristiche di Max Verstappen, poco familiari al resto dei piloti - e con una pressione non facile da gestire, quella di essere il compagno di squadra di un quattro volte campione del mondo e al volante della monoposto più ambita in griglia. C'è ancora tempo per lui, perché siamo soltanto alla seconda gara della stagione, ma c'è già chi pensa alla sostituzione del neozelandese proprio con Yuki Tsunoda. Helmut Marko è famoso nel paddock per il modo che ha di invertire i ruoli in corso d'opera senza farsi troppi problemi, ma si spera, da un certo punto di vista, che questa volta sia diverso e che Lawson abbia l'opportunità di concentrarsi e di tirare fuori il suo vero talento, che ha già dimostrato di avere durante gli ultimi due anni in Formula 1.

