Joan Mir sarà il prossimo anno uno dei piloti più pagati della MotoGP. Il suo non era un contratto dalle cifre stratosferiche, ma l’essersi laureato campione del mondo lo proietterà tra quelli che a fine stagione metteranno in tasca più denaro, senza avvicinarsi, comunque, alle cifre guadagnate da Marc Marquez. Una situazione, questa, che all’inizio del 2020 era del tutto imprevedibile, con Suzuki che in qualche modo si è messa nei guai da sola. Ma che, ne siamo certi, è ben lieta di trovarsi ora in questa situazione.
A rendere noto il retroscena è stato Davide Brivio, team manager del marchio giapponese, che nel commentare l’impresa di Suzuki Ecstar e Joan Mir ha scherzato: “L’anno prossimo rischiamo di non essere al via del mondiale per mancanza di fondi, visto quanto ci costerà Joan Mir”.
Una battuta, sia chiaro, e niente che lasci presagire un minimo cenno di crisi ad Hamamatsu, anche perché essere il marchio campione del mondo farà aumentare vertiginosamente gli introiti e non sarà certo un problema rispettare gli accordi. Il riferimento è a una clausola sul contratto del ventitreenne di Maiorca - proposto e firmato quando neanche il più ottimista tra gli ottimisti poteva pensare che sarebbe accaduto quello che poi è accaduto - che prevedeva un bonus economico decisamente imponente nell’eventualità che Mir si fosse laureato campione del mondo. Una clausola inserita più per dimostrare la fiducia dell’azienda nei confronti del pilota (stessa clausola è nel contratto di Rins), e quindi per motivarlo, che per la reale convinzione di Suzuki di potersi giocare il titolo già nel 2020.
Poi è andata come è andata, per la gioia di Suzuki e con buona pace dei suoi contabili che, ora, dovranno mettere le mani al login dell’home banking per onorare l’impegno preso.
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