Nel motorsport la scaramanzia è una cosa seria e quindi evitiamo di dirlo esplicitamente. Però basta guardare la classifica piloti del mondiale Superbike e pure quella della MotoGP (il mondiale costruttori lì l’hanno già vinto da un pezzo), per rendersi conto che qualcuno che inizia per “Du” e finisce per “cati” potrebbe mettere nel sacco tutto. Ma proprio tutto! E, manco a dirlo, chi domina (e anche con una certa prepotenza) tende a stare un po’ antipatico o a finire al centro di sospetti e sospettucci da parte di chi non domina.
In MotoGP è ancora fresca la storia dell’abbassatore delle Desmosedici che dall’anno prossimo sarà vietato dopo la mobilitazione dell’associazione costruttori. E in Superbike non sta andando meglio al grido dell’ormai immancabile “eh, ma Ducati!”. Perché davanti a tutti c’è Alvaro Bautista e perché per giustificare lo strapotere del sodalizio tra la moto italiana e il pilota spagnolo se ne sentono ormai di ogni tipo. Quasi a far passare per colpe pure colpe che Ducati non ha, come ad esempio il peso di Alvauro Bautista che secondo molti sarebbe avvantaggiato dal fatto di pesare una ventina di kg in meno rispetto ai diretti avversari. Se non è body shaming al contrario poco ci manca! Battute a parte, però, sono stati in molti, dopo l’ultimo fine settimana, con la SBK che è scesa in pista a Portimao, a lasciarsi andare a dichiarazioni che magari non puntano direttamente il dito verso Ducati, ma che sembrano voler alimentare qualcosa che potrebbe andare a sminuire la portata di una grande impresa che sta per compiersi: la “piccola” casa italiana che torna a piegare i colossi giapponesi.
Il campionissimo Jonathan Rea, ad esempio, sembra essersi già arreso: “Quest’anno il mio obiettivo non è il mondiale, ma fare i migliori risultati possibili contro avversari che sono oggettivamente più veloci”. Rea, per gli addetti ai lavori è cosa nota, fa fatica da un paio di stagioni a sfruttare la potenza della sua Kawasaki, un po’ troppo aggressiva con le gomme che finiscono per usurarsi prima del tempo. “E’ demoralizzante la facilità con cui Álvaro e Ducati ci sorpassino sul rettilineo – ha aggiunto Rea - Purtroppo non posso fare niente di più con questa Kawasaki. Penso che la situazione sia chiara: abbiamo bisogno di maggiore potenza (limitata qualche stagione fa dal regolamento, ndr). Perché sul rettilineo contro Álvaro non posso fare niente. Ed è frustrante".
Qualcosa di molto simile lo ha detto anche il campione del mondo in carica, Toprak Ratzgatlioglu: “Ho bisogno di una moto migliore o di nuove regole da parte di Dorna per poter combattere alla pari con la Ducati – ha spiegato il turco - La Yamaha è un'ottima moto in curva, ma ci vuole velocità. Abbiamo bisogno della stessa velocità della Ducati per lottare a armi pari. Ho duellato con Bautista qui a Portimao, ma ho dovuto arrendermi perché in rettilineo mi prendeva decimi e era oggettivamente più veloce. La mia strategia di solito è stare davanti, ma in queata gara non è stato possibile perché non è facile per me superarlo. Sapevo che mi avrebbe passato in rettilineo e mi chiedevo continuamente se lo avrebbe fatto a destra o a sinistra. Sappiamo che Bautista è veloce, ma proviamo a continuare a lottare”.