Intervista doppia per Marc Marquez e Pol Espargarò dopo la prima vera volta da compagni di squadra. Le Iene, però, non c’entrano niente, visto che ad intervistare i due del Team Repsol Honda è stato il quotidiano AS. Un appuntamento in esclusiva per il giornale spagnolo che, però, s’è inevitabilmente trasformato in un bilancio sul fine settimana di Marc Marquez, con Pol Espargarò che, come era prevedibile, è stato anche in questo caso nei panni del gregario.
“Il braccio è ammaccato” – ha raccontato Marc Marquez, che però non si preoccupa e racconta di stare già pensando a Jerez. “È ammaccato dal fine settimana – ha aggiunto - ma è tutto come da previsioni. Ieri ho riposato, oggi riposo e domani riposerò ancora, perché è così che ci siamo accordati con i medici. La progressione dello stress alle ossa e al braccio deve essere graduale e dopo aver smaltito già tutto quello che è stato il weekend, sia emotivamente che fisicamente. Però nella mia testa c’è già Jerez, faccio continuamente il giro del circuito con l’immaginazione”.
E’ provato, ma adesso che è tornato l’idea di dover stare fermo, anche solo per qualche giorno, gli pesa ancora di più. Ed ha in testa solo le corse, tanto che racconta di non aver ancora pensato alle vacanze: “Se le farò sarà il Covid a deciderlo. Se ci diranno che è il caso di restare a casa resterò a casa”. Liquida così la domanda del giornalista, perché si capisce benissimo che è solo di corso in moto che vuole parlare. Di corse e della sua Honda, che non sembra essere più la moto imbattibile di un tempo.
“È una moto che conosco dal 2013 – ha spiegato l’otto volte campione del mondo - Era una moto già pronta e si è evoluta, anche se questo fine settimana in Portogallo non ho iniziato con la mia base, perché in quel circuito non avevo nessun tipo di riferimento. Ho iniziato con la moto che guidava Stefan Bradl. Nelle FP4 ho messo il set-up che stavano usando Pol e Álex, che è quello che i tecnici Honda mi hanno detto che stava lavorando meglio quest'anno. Ora dovrò adattarlo al mio stile, perché tra un anno arrivano cose nuove”. La moto deve migliorare e, per riportarla sul tetto del mondo, Marc Marquez avrà bisogno del pieno aiuto da parte di tutti i piloti della Honda.
Tanto che ha invitato Pol Espargarò e suo fratello Alex, chiaramente scherzando, ad evitare di cadere troppo. “Ora più che mai abbiamo bisogno dell'intero Team Repsol Honda e di tutta la Honda che lavora per migliorare il livello della moto. Per quanto mi riguarda, oggi non riesco a pensare al titolo perché non sono pronto a lottare per il mondiale. Spero di arrivarci il prima possibile, perché uno dei miei obiettivi è essere della partita il prima possibile. Se sarà come lo scorso anno, tutto può succedere”.
Servirà, però, ritrovare la migliore forma fisica e, senza nascondersi più di tanto, anche quella psicologica. Perché è Marc Marquez stesso ad ammettere che qualcosa di molto simile alla paura s’è fatto vedere a Portimao quando, ormai, sembrava tutto alle spalle. “Non ho mai avuto paura durante il fine settimana, ma quando ho visto la caduta di Martín e, nel pieno del mio giro veloce, anche mio fratello volare davanti a me.. beh… mi sono detto: finisco il giro, finisco l'allenamento". E così è stato: ha evitato di forzare ulteriormente, limitando la sua presenza in pista a pochissimi giri e guadagnando poi l’ingresso in Q2 passando dalla Q1. Fino alla gara, chiusa al sesto posto, e fino a quel pianto liberatorio una volta rientrato nel box.
Un pianto che, però, gli è costato una tirata d’orecchie: “Mia madre – ha raccontato - mi ha rimproverato, non per quello che avevo fatto durante il fine settimana ma perché ho fatto piangere anche lei. A Jerez sarà un weekend più normale, a livello emotivo, e questo mi farà lavorare più rilassato. Fisicamente, invece, vedremo. Al momento ho un limite e non posso fare l'intera gara al cento per cento. L'obiettivo è sentirmi meglio ed essere un po’ più vicino al primo, ma solo il mio fisico e l'evoluzione del mio braccio decideranno la piega che prenderà per me questa stagione”.