Sono ancora gravi le condizioni di Chunchunguppe Shivashankar Santosh, caduto alla quarta tappa della Dakar mentre era alla guida della sua Husqvarna del Team Hero. Il pilota indiano ha impattato violentemente contro un masso nascosto dalla sabbia, facendo un volo di diversi metri e riportando traumi molto seri. E’ stato trasportato in ospedale in elicottero e, lì, indotto in coma farmacologico. La prognosi, al momento, è riservata.
Una mera cronaca sportiva, con la Dakar che da sempre, purtroppo, racconta vicende al limite e tragiche, ma quello che è accaduto a Santosh ha fatto venire alla luce anche l’ennesima storia di solidarietà e fair play in uno sport che sicuramente è fatto da individui in competizione, ma che è anche spirito di gruppo e solidarietà. Lo stesso masso che rischia di costare la vita a Santosh, infatti, aveva provocato la caduta, pochi minuti prima, di Maurizio Gerini, l’italiano che sta partecipando alla stessa competizione e che, almeno per quanto riguarda i colori nazionali, stava fino a quel momento ottenendo ottimi risultati. “Non ho visto quel sasso sotto la sabbia e l’ho preso in pieno – ha raccontato ai cronisti che stanno seguendo la Dakar – Sono caduto e ho fatto davvero un brutto volo, ma mi sono reso conto subito dopo lo shock iniziale di non essere ferito”. E’ in quel momento che ha sentito una moto che stava arrivando ed è corso ad avvisare, per provare a fare un qualche segnale che permettesse a chi arrivava dopo di non incappare nello stesso ostacolo.
Chi arrivava dopo era proprio Chunchunguppe Shivashankar Santosh, che però non ha avuto il tempo di schivare quel masso. Caduto e volo pazzesco. Con conseguenze ben più gravi di quelle con cui aveva dovuto fare i conti Gerini, che se l’è visto letteralmente volare davanti agli occhi. Il pilota italiano ha capito che non c’era un secondo da perdere ed ha praticato subito il massaggio cardiaco, tenendo il collega in vita fino all’arrivo dei soccorsi, insieme a Paul Spierings, un altro pilota Husqvarna che nel frattempo era giunto sul luogo dell’incidente.
"Ho sentito che il suo cuore batteva – ha raccontato Gerini - Ero molto sollevato, anche se è stato molto difficile vederlo succedere di nuovo, dopo quello che era accaduto ad Edwin Straver l'anno scorso. E' vivo, quindi ero al posto giusto nel momento giusto ed ho fatto bene ad aiutarlo. Per questa Dakar, hanno reso obbligatorio il corso di pronto soccorso per ogni motociclista. Poco prima della gara ho ottenuto la certificazione, quindi è stata una buona cosa". Una buona cosa e un grande gesto, con il pilota indiano che, ora, è ricoverato in ospedale. E’ grave, ma con il passare delle ore, anche se la prognosi resta riservata, comincia a trapelare un certo ottimismo, anche se bisognerà aspettare il referto di un nuovo esame radiografico a cui sarà sottoposto nelle prossime ore.