In Pirelli le gomme le fanno, ma di gomma non sono. E quando c’è da ammettere un errore non si ricorre a panegirici discolpatori che hanno il solo scopo di confondere, ma ci si limita a pronunciare una parola che nel motorsport ormai è rarissima: scusa. Esatto, quelli di Pirelli hanno chiesto scusa. A chi? A Toprak Razgatlioglu, che ieri ha visto la sua gara in Superbike compromessa dallo scoppio di uno pneumatico, con un primo posto finito nella ghiaia e il rischio di rompersi pure qualcosa per il pilota turco.
Che fosse accaduto qualcosa di strano, mentre tutti abbiamo pensato al classico errore in piena bagarre, l’ha fatto subito notare lo stesso Toprak, muovendo le braccia quasi a dire “ma che diavolo è successo2, quando aveva ancora il casco in testa e la tuta piena di segni lasciati dalla ghiaia. In quel momento il turco se le stava dando di santa ragione con Alvaro Bautista, rispondendo staccata su staccata alla maggiore velocità del ducatista e tenendolo dietro per diversi giri. Poi il botto. Sarebbe stato semplice giocarsi un “Toprak stava esagerando e ha chiesto troppo alla moto e alla gomma”, un po’ come succede (decisamente spesso) in altri campionati, cercando colpe fuori dalla fabbrica degli pneumatici.
Quelli di Pirelli, invece, hanno scelto di giocare a carte scoperte, indicando una via che dovrebbe essere scontata per tutti, ma che invece nel motorsport è ormai quasi seppellita visto che sembra non volerla percorrere più nessuno. Quale via? Quella dell’ammissione di colpa. Giorgio Barbier, direttore della Pirelli Motorsport per il Campionato Mondiale Superbike, s’è presentato ai giornalisti della sala stampa di Most con parole più che chiare: “Queste cose non devono succedere, studieremo ogni dato per capire come fare in modo che non si ripetano”. Quasi una musica soave in un ambiente in cui le colpe stanno sempre e solo in casa d’altri.
“Durante Gara 2 della Superbike in Repubblica Ceca – ha aggiunto Barbier - abbiamo registrato tre casi di blistering con la nuova gomma posteriore: Rea, Gardner e Razgatlioglu. Nel caso dei primi due, i blister erano molto piccoli e non hanno pregiudicato le prestazioni della gomma o il risultato della gara, mentre nel caso di Razgatlioglu lo pneumatico presentava due blister più che evidenti e la telemetria ha registrato uno sgonfiamento inaspettato della gomma proprio negli istanti che hanno preceduto la sua caduta. E’ vero che il pilota Yamaha stava tenendo un ritmo estremamente elevato e è vero anche che nessun altro pneumatico ha mostrato simili segni di stress o usura, ma questo tipo di episodi chiaramente non deve accadere. Faremo un'analisi approfondita nel nostro laboratorio delle tre gomme che presentavano 'vesciche' per capire la causa e eliminare alla radice la possibilità che possa accadere di nuovo ciò che è successo a Razgatlioglu a Most”.