Il tema del sabato di Barcellona della MotoGP è soprattutto uno: i piloti che si sono trovati al comando della Sprint Race sono caduti. A turno, come birilli, tutti per chiusure d'avantreno. Raul Fernandez - in quello che forse è l'errore più evidente fra i tre che citeremo - è scivolato al quinto giro. Il pilota del Team Trackhouse ha passato il testimone a Brad Binder, che al giro sette ha salutato le speranze di vittoria. Stessa cosa per Pecco Bagnaia, il quale all'ultimo passaggio - a nove curve dalla gloria e dalla bandiera scacchi - si è improvvisamente ritrovato nel ghiaione, incavolato avvilito e incredulo. Tutti e tre sono caduti all'ingresso di curve a sinistra: Raul alla Caixa (curva nove), Pecco e Brad alla cinque, una piega mancina in discesa dopo un settore in cui è la spalla destra della gomma a restare per lunghissimi secondi a contatto con l'asfalto, mentre l'altro edge dello penumatico (il sinistro) si raffredda. Sia Raul sia Brad sia Pecco - oltretutto - hanno assaggiato la ghiaia catalana dopo aver sorpassato Pedro Acosta. Un pò come se il fresco ventenne rookie maravilla di questa top class si fosse divertito a lanciare macumbe verso coloro che senza troppe riserve - i sorpassi subiti oggi da Pedro sono stati tutti corretti, ma decisamente maschi - osavano mettergli le ruote davanti.
Gli unici a resistere alla maledizione del rookie? Aleix Espargaró - che ha dovuto percorrere solo mezzo giro da leader prima di ritenersi salvo - e Marc Marquez. I più esperti, verrebbe da dire, se si volesse continuare ad alimentare questo gioco fatto di numeri, curiose coincidenze e altrettanto bizzarre contraddizioni. Così, mentre il desiderio di giocare svanisce all'istante davanti a piloti che cadono e rischiano di farsi male senza una precisa ragione tecnica a monte, viene spontaneo chiedersi come sia possibile che tutti i primi della classe, oggi, abbiano imboccato la via dei box in sella ad uno scooter delle stradine di servizio del Montmeló. Se non è stata la maledizione di Acosta, dove ricercare le cause? Sicuramente le curve a sinistra di Barcellona sono tutte piuttosto assassine: praticamente tutte le cadute del weekend di gara le abbiamo osservate alla due, alla cinque e alla nove. In quei punti, come anticipato sopra, il lato sinistro della gomma si raffredda. Quando la temperatura dell'anteriore Michelin cala più del previsto, la scivolata è dietro l'angolo. Una componente che fa il paio con le pessime condizioni dell'asfalto catalano (contro cui Pecco Bagnaia si è duramente scagliato: "Se cadi per le condizioni dell'asfalto è difficile da accettare") e con la "sfortuna" di trovarsi primi: il pilota in testa non riceve aria calda da altre moto e la sua gomma anteriore è più portata a raffreddarsi. Soluzioni? Non mettersi in prima posizione (rischiando così di trovarsi in difficoltà con le pressioni) e non sorpassare Pedro Acosta. Più seriamente? Il Montmeló andrebbe davvero riasfaltato; la quantità di cadute dimostrano quanto sia pericoloso e il cronometro riflette un'abrasività quasi unica nel calendario del Motomondiale. Rimedi per la gara? Domani dovrebbe fare più caldo. Si spera.