Un ottimista direbbe che con il Marc Marquez di Barcellona non ce n’è per nessuno: parte 14°, rompe l’ala sinistra del cupolino e chiude secondo con la Ducati dello scorso anno, di cui è primo rappresentante al traguardo. Il tutto mentre i bolognesi prendono appunti sul 2025. Le cose però non sono esattamente così, perché nella Sprint del Montmelò Marc parte indietro per colpa sua, esattamente com’era successo a Le Mans.
Troppi errori in qualifica, un po’ di consistenza che viene a mancare. E, soprattutto, tre piloti che gli sono caduti davanti, che non è un demerito di Marc ma un fatto evidente per la classifica. Così lui, alla domanda “Cosa ti è mancato in prova e cosa hai trovato in gara”, risponde serafico: “Dopo due o tre giri comincio a sentirmi meglio. E dobbiamo capire perché. A Le Mans avevo più o meno lo stesso feeling, soffro con le gomme nuove. È stato così anche durante i test invernali, dobbiamo compensare. È qualcosa su cui dobbiamo lavorare a fondo, perché se partiamo nelle prime due o tre file è un’altra gara. Se parti 14° sei molto penalizzato dalla tua strategia di gara, al momento siamo capaci di rimediare ma è successo troppe volte”.
E poi ancora: sei il miglior pilota Ducati? Lui non fa troppa politica, anche se ha appena preso il secondo posto in classifica generale: “Oggi sì, nella Sprint. Ma in generale no, voglio dire: Martín e Bagnaia sono più veloci di me, sono più costanti. È vero che oggi Gigi e il suo team avranno un bel lavoro da fare, perché senza un’ala ho guidato bene e mi sono sentito bene con la moto. È vero che il bilanciamento della moto era diverso ma uno dei miei punti di forza è adattarmi alla situazione. Sento di avere ancora del margine di miglioramento, specialmente nei primi giri, mentre sul passo gara siamo molto vicini a Martín e Bagnaia”.
Prima di andarsene aggiunge una riflessione sul metodo Ducati, quello che probabilmente sta facendo la differenza in questi anni di dominio per la casa bolognese: “Dal venerdì più che il mio stile di guida abbiamo migliorato il setup della moto. Avere altri piloti veloci con la stessa moto è un bell’aiuto: analizziamo dove sono loro, dove siamo noi e andiamo nella loro direzione”. Inutile dire che gran parte della sua gara, domani, dipenderà dalla partenza.