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La MotoGP e il folle gioco delle tre piste: dopo il Kazakistan (annullato) c’è di più, si rischia un GP senza precedenti

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

2 maggio 2023

La MotoGP e il folle gioco delle tre piste: dopo il Kazakistan (annullato) c’è di più, si rischia un GP senza precedenti
Era successo col Galles, poi con la Finlandia e ora col Kazakistan: il nuovo GP viene annunciato e successivamente cancellato ancora prima di metterci piede. Così di questo passo anche l’India sembra a rischio e, per non scendere sotto i 20 GP a stagione, si potrebbe pensare a reinserire Aragon, che però ha un problema non da poco e potrebbe restituirci un GP mai visto prima

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

È di un paio di giorni fa la notizia che il GP del Kazakistan, previsto per il secondo weekend di luglio, è stato cancellato per problemi di omologazione e complicazioni politiche. Il che, comprensibilmente, ha suscitato piccoli segni di distensione tra i piloti, che con 21 GP all’anno e due gare a settimana non hanno storto il naso davanti alla prospettiva di una pausa estiva più lunga. Il GP, infatti, non verrà sostituito. Ora il punto interrogativo è sull’India, nello specifico in programma per il 24 settembre: potrebbe saltare anche questa tappa, esattamente come il Kazakistan oggi e Galles e Finlandia gli anni scorsi? Evidentemente omologare un circuito per la MotoGP non è così facile, tuttavia in questo periodo di grandi rinnovamenti Dorna non ha nessuna intenzione di scendere sotto alla soglia dei 20 GP all'anno. Se anche la tappa in India (al Buddh International Circuit) dovesse essere annullata, il sostituto naturale dovrebbe essere il Motorland di Aragon, tracciato escluso dal calendario proprio per lasciare spazio a questi nuovi due appuntamenti. Una risposta in merito sembrava sarebbe arrivata nel sabato di Jerez, quando Dorna ha convocato una conferenza stampa straordinaria per annunciare, a sorpresa, il primo campionato femminile del motomondiale, battezzato FIM Women's Motorcycling World Championship.

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Il Buddh Circuit, in India, è stato utilizzato anche come zona di quarantena durante l'epidemia di covid

Il problema di Aragon principalmente è uno: nei mesi estivi è caldo, caldissimo. Forse addirittura troppo per la MotoGP. Così, mentre sembra difficile trovare una data tra luglio e agosto, la sensazione è che la gara sostitutiva si svolgerebbe a settembre proprio in sostituzione del GP d'India, perché l'alternativa sarebbe quella di correre nel weekend tra Red Bull Ring (20 agosto) e Montmelò (3 settembre), a cui però segue il GP di San Marino: quattro weekend consecutivi, con due gare per ogni appuntamento, rischiano di essere troppe.

Così, sulla falsariga di quanto annunciato da Carmelo Ezpeleta e Stefano Domenicali, che vorrebbero dar vita ad un evento congiunto tra MotoGP e Formula 1, viene da chiedersi cosa succederebbe se Dorna decidesse di accorpare due eventi, mescolando in una sola settimana MotoGP e Superbike. Si da il caso infatti che nello stesso weekend in cui il motomondiale dovrà affrontare l'India la Superbike sarà proprio ad Aragon: tralasciando i problemi di orario, l'organizzazione e il caos che si andrebbe a creare nel paddock potrebbe essere un ottimo modo per riempire il circuito e creare un'enorme discussione tra gli appassionati. In questo modo si potrebbero apprezzare le differenze tra prototipi e derivate di serie e godere di uno spettacolo senza sosta, rendendo l'appuntamento unico e sostanzialmente irripetibile. Questa, diciamolo chiaramente, più che che una remotissima possibilità è un'utopia degna del bar in cima al passo, eppure un weekend come questo non avrebbe precedenti. E, se da un lato ci auguriamo di vedere il primo GP d'India, dall'altro le possibilitè che Dorna si trovi costretta a ragionare su di un'alternativa sono moltissime.

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