La presentazione del Team Gresini è stata, tra le altre cose, un’ottima occasione per vedere dal vivo la prima Ducati elettrica della storia in veste definitiva, con carene verniciate e tutto il resto. Ducati, che dal 2023 prenderà il posto di Energica come costruttore unico in MotoE, ha in parte rivoluzionato il progetto: resta una moto più pesante rispetto allo standard e le gare saranno di 10 giri soltanto (al posto degli 8 con la Ego Corsa) ma i cambiamenti sono stati tanti, a partire dall’introduzione del controllo di trazione e continuando con una nuova filosofia per sfruttare al meglio la frenata. Gresini, durante il lancio, ci regala una breve (ma eloquente) panoramica tecnica della moto. La Ducati V21L ha 225 Kg di peso per 150 CV, il che le permettono di raggiungere una velocità massima di 275 Km/h. Ad alimentarla c’è una batteria da 18 kWh, è gommata Michelin e monta una forcella pressurizzata Öhlins NPX 25/30, mentre l’impianto frenante è interamente prodotto da Brembo.
Davanti al pubblico della Darsena del Sale è salito sul palco anche Gigi Dall’Igna, che ha introdotto la Ducati V21L con un piccolo discorso: “Grazie a Nadia e al Team Gresini per avermi invitato”, ha cominciato il Direttore Generale di Ducati Corse. “Questo è il primo passo di Ducati nell’elettrificazione. Ducati ha deciso di fare questo passo nel suo stile, cominciando dal racing per sviluppare la tecnologia nelle corse prima di costruire una moto da strada elettrica. Siamo molto felici del feedback che ci hanno dato i nostri tester (su tutti Michele Pirro e Alex De Angelis, ndr.) e siamo molto curiosi di sentire il punto di vista degli altri piloti nel test che faremo a breve. Siamo orgogliosi della moto, i tempi sul giro sono buoni. Normalmente un ingegnere non può iniziare a lavorare da un foglio bianco, ma in questo caso abbiamo potuto farlo. Il baricentro della moto è diverso e la posizione anche rispetto alle nostre moto, perché il peso e il modo in cui viene erogata la potenza sono molto differenti. Abbiamo dovuto pensarci molto, e ancora una volta Ducati ha portato qualche nuova idea per lo sviluppo. Ma questo è solo l’inizio”. Applausi.
A vederla da vicino è decisamente una moto da gara. Ha quell’aura un po’ speciale, da prototipo, che te la fa immaginare veloce e difficile per chiunque non sia un pilota vero. Matteo Ferrari, che non solo è un pilota vero ma con Gresini in MotoE ha vinto il campionato all’anno zero, ci ha spiegato nel dettaglio il mezzo con cui tenterà di riportarsi a casa il titolo: “La prima cosa che mi ha colpito è la parte posteriore della moto: molto simile alla MotoGP, soprattutto la sella”, ha cominciato a raccontare. “E poi potremmo scegliere un nuovo freno posteriore, ci sarà comunque quello a disco ma partiremo con quello elettronico. Secondo me sarà una grandissima novità perché puoi scegliere tu la potenza del freno, a livello dinamico sarà un po’ diversa. Il serbatoio è un po’ più stretto, ma la moto è un pochino più lunga e a livello di guida dovremo capire come spostare il peso. Ah, la potenza sarà sicuramente diversa, perché la moto è più leggera”.
Non solo: “C’è molta elettronica, possiamo scegliere diversi livelli di freno motore ma soprattutto avere il traction control, che con questa accelerazione sicuramente ci darà una mano. E più variabili ci sono, più è il pilota a fare la differenza”. Probabilmente vedremo meno highside rispetto al passato e, chissà, con venti chili di peso in meno e una frenata più a punto anche le cadute in inserimento si dovrebbero ridurre. E chissà lo spettacolo: “Ci stiamo avvicinando sempre di più alle moto tradizionali, anche se resta tanto su cui lavorare: la moto pesa 225 Kg, un bello step dall’anno scorso. Ancora però ci manca tanto per arrivare a MotoGP e Moto2. Non è semplice abbassare il peso, diminuire le batterie, aumentare le prestazioni e la durata. Ducati ci è riuscita”.