Jerez de la Frontera è stato, sotto diversi aspetti, un GP di cambiamenti, sia regolamentari (sulla pelle dei piloti) che in termini di equilibrio, perché il passo in avanti di KTM è stato clamoroso al punto che, se Pecco Bagnaia è sempre più l’uomo da battere, nella lista dei contendenti al mondiale comincia a primggiare Brad Binder. Il sudafricano ha un talento spaventoso e quest’anno, finalmente, guida una moto che gli permette cose che ad altri semplicemente non sono concesse: per cominciare, si era visto in Argentina lo si è continuato a vedere in Spagna, con l'aiutio della RC16 Binder non sbaglia una partenza, e complice la bandiera rossa sia nel sabato della sprint che nella domenica di gara non si può parlare di caso, al punto che KTM in questo senso è diventata un riferimento rispetto al resto del gruppo. Un punto fondamentale considerando quanto sia difficile effettuare sorpassi in questa MotoGP, che poi è il motivo per cui i piloti Yamaha (Morbidelli prima e Quartararo poi) si sono trovati a tentare il tutto per tutto a qualche metro dal via.
L’altra, grande arma mostrata a Jerez da KTM è che la KTM RC 16 è sempre di traverso, almeno con piloti come Brad Binder e Jack Miller che hanno sempre fatto della guida sporca, d'impostazione quasi fuoristradistica, un grande punto di forza. Quello che Pecco Bagnaia accenna solamente in ingresso di curva, dove il posteriore della sua Ducati pattina verso l’esterno come fosse una Moto2, Binder e Miller lo fanno in percorrenza ed uscita ad un livello così elevato che anche chi non ha mai visto una gara se ne renderebbe conto. Gli austriaci avranno anche sottratto un gran numero di tecnici a Ducati, ma la moto costruita ha caratteristiche del tutto differenti, se non altro per via di componenti come il telaio a traliccio e le sospensioni WP, con il primo che è un grande tratto distintivo del brand mentre il secondo è un marchio di cui KTM è proprietaria.
Ok, ma perché guidare di traverso può essere fondamentale in questa MotoGP?
In breve, oltre al fatto che la moto tende ad uscire più in fretta dalle curve, il posteriore permette al pilota di alleggerire il carico sull’avantreno, riducendo quindi lo stress sulla gomma anteriore che in questa MotoGP è uno dei parametri più delicati da gestire: con moto così potenti, distacchi minimi e gare di gruppo - Jerez ne è stato un esempio perfetto - l’anteriore tende a surriscaldarsi in fretta e a peggiorare le prestazioni, rendendo i sorpassi ancora più difficili e aumentando i rischi di caduta. Così questo assetto delle due KTM ha dato molto da pensare ai piloti dopo la gara. Fabio Quartararo - ma altri gli hanno fatto eco - ha candidamente ammesso di avere un debole per questo stile di guida: “Una MotoGP che si guida in questo modo non l’avevo mai vista, per me sarebbe un sogno poter guidare in quel modo”, spiegando poi che con la sua M1 sarebbe del tutto impossibile anche solo pensarci. E mentre Brad Binder parla di un approccio naturale ( a traverso“Spingo sul freno dietro e di traverso sono più a mio agio”) Jack Miller ci restituisce una risposta pragmatica: “È un modo di guidare che mi viene più naturale, con la Ducati questa cosa non puoi farla. È una carta in più che posso giocarmi in alcune situazioni”. L’australiano ha spiegato anche che, rispetto alla Desmosedici che ha guidato per anni, la sua KTM è più morbida, si muove di più, e pur avendo dei difetti in termini di stabilità non richiede di forzare troppo sulla gomma posteriore per impostare la derapata. Se nelle gare della domenica è una carta da giocarsi alla bisogna - per esempio in curva sei, dove abbiamo visto le spazzolate più clamorose - nellle sprint race non serve risparmiare, così più che un’arma da usare una tantum questo pirotecnico stile di guida diventa una certezza per togliere decimi al giro. Al punto che probabilmente le case cominceranno a lavorare anche su questo aspetto, un po’ come è stato per aerodinamica e abbassatori: i piloti sono egoisti e vogliono tutto il meglio, così quando i rivali hanno qualcosa in più loro spingeranno senza sosta per avere lo stessotrattamento. Oltretutto, spazzolare le curve con un anteriore più scarico è un ottimo modo per prevenire le chiusure di avantreno, primo motivo (per distacco) di cadute in questa MotoGP.
Se è vero che tutta la tecnologia presente sulle MotoGP moderne ha ridotto drasticamente la possibilità di effettuare sorpassi - come ha fatto lo Steward Panel con un metro di giudizio per le penalità - è anche vero che qualche buona notizia, ogni tanto, la si trova anche in questo campionato: nonostante elettronica, aerodinamica e abbassatori, in MotoGP è di nuovo vietato fumare.