Di tutti i record inseguiti, abbattuti o istituiti da Valentino Rossi in venticinque anni di corse, quello della domenica di Jerez è, a ben vedere, tra i più significativi. In breve, Yamaha l’ha fatto “ambasciatore” del marchio, di fatto prolungando una collaborazione che già esiste - tra moto da allenamento, master camp e altri eventi - che nelle intenzioni dei giapponesi è un passo in avanti verso una collaborazione in pista nel 2024. Vale ringrazia, si dice “felicissimo della promozione” e saluta il momento con quella foto lì, il bacio alla moto di Welkom 2004.
Succede poi che a vincere il GP di talento, velocità e testa sia Pecco Bagnaia, che scaccia i nuvoloni di Texas e Argentina mettendosi di nuovo in testa alla classifica. Così a festeggiare nel box Ducati c’è anche lui che in Pecco ha sempre creduto, anzi di più, gli ha dato tutti i gli strumenti per trovarsi lì dov’è ora, ovverosia sulla moto più veloce del globo col numero uno stampato sopra. Così mentre i muri vengono innaffiati di prosecco e i fotografi cominciano a chiedere un po’ di compostezza per le foto, qualcuno chiede a Valentino di mettersi lì assieme al team, d’altronde quello è un suo pilota e Ducati è il suo marchio in MotoGP, che tra l’altro con il VR46 Racing Team è al secondo posto (dietro a KTM) nel campionato riservato alle squadre.
Ecco quindi che, nello stesso giorno in cui ha firmato un accordo di rappresentanza con Yamaha, Valentino Rossi si è trovato a festeggiare la vittoria Ducati con un contratto da pilota ufficiale BMW M Motorsport. Questo sì è un record, oltretutto inavvicinabile per chiunque, specialmente in questi tempi funestati dal personal branding: chi, se non il 46, poteva convincere tre aziende così diverse e in costante competizione tra loro a sceglierlo nello stesso momento? Evidentemente sono tutte così innamorate di lui da mettere da parte la gelosia per prendersi un pezzettino del suo volto, il volto dell’uomo che meglio di tutti gli altri riesce a trasmettere passione per le corse. La cosa più interessante è che se qualcuno glielo chiedesse lui probabilmente farebbe spallucce, commentando con qualcosa del tipo: "Ah, è vero! Figo però, no?".