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La peggior Ducati a Sepang è quella di Marc Marquez, ma chi ci gode è fuori strada: “A Valencia non è stato normale”

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

7 febbraio 2024

La peggior Ducati a Sepang è quella di Marc Marquez, ma chi ci gode è fuori strada: “A Valencia non è stato normale”
Quattordicesimo alla fine della seconda giornata di test a Sepang. Chi si aspettava un inizio con il botto dell’otto volte campione del mondo ha dovuto ricredersi, ma probabilmente dovrà ricredersi anche chi, dopo due sole giornate in pista, ha già sentenziato la fine del 93. I motivi li ha spiegati lo stesso Marc Marquez nella sala stampa di Sepang…

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Tutta questa aerodinamica non fa per lui e Marc Marquez lo ha già detto. Ali, deviatori di flussi e appendici varie, però, c’entrano poco o niente con i tempi fatti registrare in questi primi due giorni di test a Sepang dall’otto volte campione del mondo e dalla sua Desmosedici 2023. I problemi sono altri e – tifosi da bar a parte – non preoccupano nessuno. Sì ok, la Ducati d Marc Marquez è stata l’ultima della classe sia ieri che oggi, ma i tempi sul passo raccontano qualcosa di diverso di quanto invece racconta la classifica secca. Una classifica che non tiene conto delle gomme utilizzate, del lavoro fatto e meno che mai dell’astuzia di un pilota che probabilmente non ha alcuna voglia di dare troppi riferimenti già al primissimo atto del nuovo campionato. E non tiene conto, è bene dirlo, anche dei problemi tecnici avuti per tutta la giornata di ieri, con quattro guasti – due per ogni moto – sulla Desmosedici e anche una caduta in mattinata.

Però, soprattutto sui social, c’è già chi si affetta a dire che i tempi non eccezionali fatti da Marquez a Sepang sono la prova che l’otto volte campione del mondo ormai dovrebbe pensare solo alla pensione. Niente di più sbagliato. E a spiegarlo è proprio chi è a Sepang in questi giorni, raccontando di un Marquez al lavoro con la stessa intensità di un ragazzino che ha messo per la prima volta i piedi nel box della MotoGP. E che se ne frega anche del confronto con il fratello e di perdere ogni minuto prezioso per mettere su le morbide e provare un attacco al tempo che, di fatto, non servirebbe a niente. Ha cercato di dirlo anche nelle interviste sia ieri che oggi, ma evidentemente non basta. “Ci sono piloti che conoscono la moto e vanno forte, sono campioni del mondo e lottano per la vittoria... non è così solo la moto, sono anche loro. Ma sì, la mia moto funziona bene. Sono a mio agio, sto meglio, ben posizionato in sella. Sono ancora molto rigido, ma per me va bene. Il problema è che per ottenere quegli ultimi decimi tutte le moto hanno i loro segreti e io sono qui per capire quelli della mia. L’ho detto alla presentazione della squadra – ha spiegato - Le aspettative sono chiaramente molto alte, ma sono sempre realista. Mi trovo in una situazione in cui ho vissuto i quattro anni più difficili della mia carriera sportiva e non mi sono espresso ai massimi livelli. Devo ritrovare ancora fiducia: ci saranno gare in cui finirò decimo, o quinto e ci saranno gare in cui spero di lottare per le prime posizioni, dovremo soffrire in Q1 e poco a poco”.

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Un post condiviso da Marc Márquez (@marcmarquez93)

E’ chiaro che Marquez in questa fase vuole concentrare ogni attenzione sul feeling da trovare con la Desmosedici, partendo proprio dalle basi più semplici come potrebbe essere la posizione in sella e la migliore triangolazione possibile tra pedane, manubrio e testa del pilota. E è chiaro pure – questa sì che è una cosa del tutto nuova – che ormai è consapevole di non essere più un ragazzino e di dover tenere conto dei problemi fisici che hanno rischiato di stroncargli la carriera. “Prima salivo e scendevo dalle moto come se niente fosse, passavo dal cross alla pista e poi arrivavo ai test e spingevo subito al massimo – ha raccontato – Ora il mio braccio non permette più tutto questo e devo fare attenzione, programmando il lavoro anche con il mio preparatore”. Un modo per spiegare a tutti che non vederlo fare il Marquez non è segno di un talento svanito, ma anzi è segno della volontà di dare tutto solo quando sarà realmente il momento. “Ho bisogno del mio tempo – ha ribadito anche oggi nella sala stampa di Sepang - Mi aspettavo quello che sta accadendo qui a Sepang, quello che non mi aspettavo è quello che è successo Valencia, non è stato normale. Quando prendi una moto nuova è così, essere vicino in certi momenti della giornata, 'time attack' molto lontano, ritmo gara più vicino, ora con il caldo soffro un po' di più e con il fresco un po' meno. Quante volte qui su questo circuito, nei test, è arrivato primo un pilota che poi non è nemmeno salito sul podio durante la stagione? Al momento penso di non essere abbastanza veloce per lottare per un Mondiale, ma non sono nemmeno troppo pessimista”.

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Un post condiviso da Gresini Racing (@gresiniracing)

Non è pessimista e, anzi, sembra avere assolutamente definito in testa cosa è importante adesso e cosa no. E probabilmente neanche domani, nell’ultimo dei tre giorni di Sepang, proverà il time attack a vita persa, visto che anche suo fratello Alex gli ha raccontato la sua esperienza al primo anno con Ducati. “Sono abbastanza contento di come è andata oggi, ho voluto fare molti giri, forse troppi – ha concluso - Penso che lo noterò domani sul mio corpo. Nel pomeriggio, invece di fare il time attack, ho provato a simulare una sprint race. A livello di ritmo non è male, per me sta andando abbastanza bene. È chiaro che continuo a commettere un po' più errori del solito. Il time attack è invece quello che mi mette più in difficoltà qui in Malesia. Faccio fatica a ottenere il massimo dalla gomma morbida. Alex mi aveva avvisato che anche per lui la cosa più difficile era stata capire come affrontare il time attack. Forse, però, domani mattina ci proverò e vedremo che tempi riuscirò a fare”

Sepang Test24

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