Si dice che la prima volta non si scorda mai e Oscar Piastri nella sua prima stagione in Formula 1 sta collezionando ricordi da tenersi per tutta la vita. La prima pole position, il primo podio e, probabilmente prima del previsto, la prima vittoria. Ebbene sì, nel caldo ed ipercaotico sabato qatariota ci ha pensato il giovane australiano a conciliare tutti quanti, portandosi a casa la prima posizione della quarta sprint race stagionale. Trovare la McLaren numero 81 in cima alla classifica è qualcosa che sbalordisce sì, ma fino a un certo punto: Piastri l’ha dimostrato fin dalla primissima sessione di prove libere in Bahrain di avere tanto da dare a questo sport.
Arrivava con tanto peso sulle spalle l’australiano, conteso da Alpine, la squadra con cui è cresciuto essendo stato parte della sua academy per giovani piloti, e da McLaren durante l’estate dello scorso anno, che si è tolto gara dopo gara, un sorpasso dopo l’altro, per dare all’ultima parte della stagione un sapore diverso da quello usuale. Basta pensare che l’ultimo rookie che vinceva una gara era Sebastian Vettel nell’ormai lontano 2008 - e che di piloti capaci di vincere una gara nella stagione da rookie ce ne sono stati ben pochi, tra cui Ayrton Senna e Michael Schumacher - per rendersi conto che l’impresa del giovanissimo pilota McLaren ha scritto una piccola pagina di storia della Formula 1.
Durante la stagione Oscar Piastri si è lasciato scoprire chilometro dopo chilometro, rivelando le sue abilità, già preannunciate sul curriculum che lo vede campione back to back delle due serie propedeutiche principali alla Formula 1, andando a togliere ogni dubbio di chi era incerto del suo arrivo in McLaren, soprattutto con un compagno di squadra come Lando Norris - che sorride una volta sceso dalla macchina e dice “se c’è riuscito lui, allora posso anche io”. L’australiano non ha lasciato spazi bianchi da poter riempire di parole e ha lasciato che la pista parlasse per lui, che fuori dall’abitacolo è sempre composto ed educato, aggiungendo volta per volta un tassello fondamentale per arrivare sempre più in alto.
Partito con le medie non si è lasciato distrarre da nulla, sfruttando la prima casella della griglia, ottenuta dopo una sessione di qualifica shootout estremamente combattuta, nel migliore dei modi. Accanto a lui Lando Norris scivola sulla sabbia che continuamente ha sporcato il circuito durante il weekend, così come Max Verstappen e via dicendo. La sprint è stata caratterizzata da ben tre periodi di safety car e se alla prima ripartenza il pilota McLaren si è lasciato ingannare da George Russell che gli ha soffiato la prima posizione da sotto al naso, alle seguenti è ben riuscito a mantenere la posizione che si era astutamente riguadagnato sfruttando la difficoltà del britannico viste le sue gomme soft ormai finite.
Anche se si tratta di una sprint non si può sottovalutare il lavoro del pilota classe 2001, autore di una gara sbalorditiva che ha riportato il nome di McLaren di fianco al numero uno dopo due anni. Non si può parlare di fortuna o dare tutto il merito alla sua vettura perché, nonostante questa vittoria non gli permetta di entrare nell’albo d’oro dei vincitori in Formula 1, Oscar Piastri ha dimostrato di poterci ben stare in cima alla classifica e di esser fatto della stessa pasta di cui sono fatti i campioni. Nemmeno Max Verstappen che vince il terzo mondiale consecutivo è riuscito a oscurare la sua luce: in Qatar si parla solo di Oscar Piastri. Anche perché c’è ancora una gara da correre e l’australiano non parte troppo lontano, sesto dopo un giro cancellato che lo vedeva il quarto pilota più veloce in qualifica, quindi se il passo è lo stesso di oggi chissà che non si riesca a confermare già domani tra i grandi della F1.
Tra le altre cose, al parco chiuso Oscar Piastri si dice certamente contento ma già concentrato sulla gara del giorno dopo, a dimostrazione di essere uno che non si accontenta mai e che è ben consapevole di quelle che sono le sue abilità. Un anno fa sarebbe stato difficile scommettere su di lui, che arrivava nel paddock con la reputazione di un ragazzino terribile che aveva messo tanto pepe al mercato piloti, ma c’è voluto pochissimo per capire che il suo nome lo sentiremo spesso nel futuro del motorsport. La prima vittoria di Oscar Piastri è solo il punto di partenza, il primo vero risultato da tenere di conto: è nata una stella tra le dune del deserto di Lusail ed è pronta a brillare come pochi altri hanno fatto finora.