"Pecco corre dal 2005 ma questa è la prima gara che vince sul bagnato" - la statistica viene consegnata alla storia direttamente ai microfoni di Sky da Davide Tardozzi, quando in Italia l'ora solare ha già scavalcato mezzogiorno e il Gran Premio della Thailandia è terminato da dozzine di minuti. Nessuno, onestamente, fino a quel momento ci aveva pensato. Perché Pecco nel Motomondiale ha vinto trentasette volte, ha vinto in fuga, ha vinto dopo bagarre dell'ultimo giro, ha vinto dove era sfavorito, ha vinto col sole, con le nuvole grigie, con quelle rosse, contro Marquez e ha vinto anche dopo essere partito dall'undicesima posizione. Ha vinto in tutti i modi e in tutte le salse Bagnaia, talmente vario che non ci immaginavamo mancasse un altro tassello per ritenerlo completo.
Allora eccolo l'aggettivo da affibbiare ad un campione di cui è già stato scritto tanto, tantissimo, ma forse non tutto. Eccolo il termine il cui utilizzo non è improprio ma supportato dai fatti, dai numeri, dalle statistiche: completo. Così completo che a Buriram Bagnaia ha vinto per la nona volta in stagione (solo Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Casey Stoner e Marc Marquez ci sono riusciti nell'era moderna) e non si capisce bene come mai gli manchino diciassette punti per essere anche leader di questo Mondiale. Ma questa è una storia con cui fare i conti più avanti, tra qualche giorno, perché proprio in ottica titolo oggi Pecco ha rischiato seriamente di perdere gran parte delle sue speranze: la pioggia thailandese l'aveva relegato in nona posizione nel warm-up, a nove decimi da Martín e a poche ore di distanza da quella che si configurava come una pesante disfatta.
"Voglio dedicare veramente la vittoria alla mia squadra perché questa mattina non mi trovavo troppo bene - ha ammesso Pecco a Sky. "Ci siamo seduti, abbiamo analizzato diverse cose, parlato parecchio, e l'intuito che hanno avuto dopo le mie sensazioni è stato quello giusto. Appena è partita la gara mi sono trovato immediatamente meglio, quando siamo entrati alla curva tre ho sentito di poter entrare più forte e questo mi ha permesso di avere il ritmo che abbiamo tenuto. Per il resto è stata una gara eternamente lunga, non finiva più. Sapevo che Marc fosse più veloce di me e non volevo farlo stare davanti perché poteva scappare, ed era fondementale recuperare più punti possibile, anche perché con lui in pista potevano essere nove. Invece è un po' un peccato sia caduto, perché cinque punti non sono un guadagno così grande in termini di campionato, anche se a livello di mentalità e confidenza fanno tanto. Oggi il lavoro che abbiamo fatto mi rende ancora più orgoglioso, perché sappiamo che il bagnato non è il mio punto forte e riuscire a vincere una gara in questa situazione, lottando per il campionato, dà un gran gusto".
Così Pecco, nella giornata in cui tanti lo davano per spacciato, ha nuovamente dimostrato quanto le difficoltà lo motivino. Come se avesse saltuariamente bisogno di annaspare nelle sabbie mobili, di nutrirsi dei dubbi che gli altri hanno nei suoi confronti, per riemergere ogni volta più forte, più maturo, più indistruttibile. Nelle interviste post gara, di fronte a chi gli ha confidato che le sue quotazioni per la vittoria erano basse prima della gara di Buriram, ha risposto: "Non bisogna mai dubitare del campione del mondo, l'ho già detto l'anno scorso". L'ha detto alzando il ditino, poi ha subito riso di se stesso, di quella frase pronunciata con toni e modi insolitamente autoreferenziali per uno del suo garbo. Eppure in quei tre secondi di modestia mandata a farsi benedire, in quei brevi e tenerissimi attimi di superbia poi cancellati da una risata educata, Pecco ha detto la verità. Tardozzi ha anche svelato che ad un certo punto Bagnaia ha interrotto i festeggiamenti al box per radunare i tecnici Ducati e analizzare due o tre aspetti tecnici da migliorare nel momento in cui la Desmosedici va guidata sotto l'acqua. È completo, Pecco Bagnaia, anche nel rompere le scatole. I campioni fanno così e noi, piuttosto che dubitare, preferiamo stupirci. Una domenica dopo l'altra.