“Non mi era mai capitato che non si riuscisse a trovare la strada”: lo dice Carlos Sainz (senior). No, non parla della Ferrari e del figlio, ma di sé stesso e della Dakar, nella quale quest’anno corre con la debuttante Audi elettrica la Rs Q e-tron.
“Nella prima vera speciale della Dakar – i 333 chilometri di sabbia e dune dell’anello con partenza e ritorno ad Ha’Il – a tradire il tre volte vincitore del rally raid più massacrante del mondo, ma anche il suo compagno svedese Mattias Ekstroem, pure lui alla prima uscita alla Dakar, non è stato – riferisce la Gazzetta – un problema (possibilissimo vista l’estrema complessità del progetto) al suo prototipo, ma l’incapacità di trovare la strada giusta, quando alla fine della speciale mancavano un po’ più di 50 km. […] «Auto, moto, camion, eravamo tutti a girare in tondo a cercare la strada giusta, e siccome non siamo tutti idioti, anche se qualcuno è riuscito a non sbagliare, immagino che ci sia stato qualche errore nella stesura del roadbook», sbuffa il veterano spagnolo, scelto dall’Audi assieme anche a Monsieur Dakar, al secolo Stephane Peterhansel, per portare in gara quella che dal punto di vista tecnologico è una sfida pazzesca”.
Per ora la classifica non arride molto, però: il papà del pilota della Ferrari ha chiuso al 47° posto a 2h07, Ekstroem 38° di giornata a 1h29’ da Al Attiyah, mentre il 16 volte vincitore Peterhansel addirittura 58° a 7h31. Se a condizionare pesantemente la prova del pluricampione francese è stato un contatto contro una roccia che lo ha costretto ad aspettare l’assistenza, Sainz si è praticamente perso nel deserto: “Sono molto deluso, perché se vogliono fare una gara di navigazione e dopo due giorni succede una cosa così, è triste”.