L’accordo tra Red Bull e Oracle passerà certamente alla storia. Non era mai successo prima che uno sponsor sborsasse una somma tanto importante per legarsi ad una scuderia di F1. Stiamo infatti parlando di ben 369 milioni di sterline in cinque anni con tanto di cambio denominazione.
La multinazionale informatica con sede nella Silicon Valley e notoriamente partner principale del team di vela Oracle Racing, ha accettato di entrare in pompa magna nell’avventura a ruote scoperte a fronte di una crescita costante della squadra che potrebbe portare addirittura al doppio titolo mondiale alla fine 2022.
Da manager furbo quale è, in occasione della presentazione ufficiale della RB18 il responsabile Christian Horner ha salutato quanto questo prezioso ingresso sia come grasso che cola in tempi di budget cap. Non potendo spendere più di 140 milioni di dollari nella stagione al via dal Bahrain il prossimo 20 marzo, un aiuto di questo genere è più che ben accetto.
Sventolando la bandiera della velocità come campo comune, per il marito di Ginger Spice la collaborazione ha già cominciato a dare buoni frutti grazie ad un costante scambio di informazioni. “Con le nuove regole l’efficienza e la produttività diventeranno ancora più cruciali e questo è un altro motivo per cui lavorare con un gruppo del genere ci darà una mano importante”, la convinzione dell'inglese.
Le prossime settimane, comunque, non saranno facili per la Red Bull. L'intercettazione del comando indirizzato dal direttore sportivo Jonathan Wheatley a quello di gara Michael Masi nelle fasi calde del GP di Abu Dhabi dello scorso 12 dicembre, potrebbe regalarci un colpo di scena inaspettato.