In Suzuki lavorano diversamente e hanno un approccio alle gare decisamente innovativo e del tutto originale, lo ha svelato Piero Taramasso. Il responsabile per la MotoGP di Michelin ha rilasciato una lunga intervista a motorsport.com, in cui ha raccontato la stagione che volge al termine dal punto di vista di chi, spesso, s’è trovato al centro di mille polemiche e lamentele. Michelin, è noto, è per molti piloti la causa di una stagione avida di risultati e che li ha messi nelle condizioni di dover fare sempre i conti con l’incognita delle gomme. Qualcuno s’è adattato in corso d’opera, altri, tipo Ducati, hanno continuato a fare fatica a trovare i settaggi giusti. Per tutti, team e piloti, Taramasso ha avuto una spiegazione, ma è quello che ha detto su Suzuki, e quindi su Joan Mir e Alex Rins, a catalizzare l’attenzione.
“Una delle chiavi del successo di Suzuki – ha detto Taramasso – sta nel fatto che riesce ad erogare la potenza in modo molto dolce e fluido. Ma penso che anche i piloti siano uno dei loro punti di forza, perché sono veloci e sanno gestire bene le gomme. Inoltre hanno già le idee chiare fin dal primo giorno, capiscono subito qual è la gomma che gli offre il feeling migliore. Il venerdì sera, di solito, ci dicono già quali sono le gomme con cui correranno domenica. Poi il sabato lavorano con quelle in funzione della gara e credo che questo sia un ottimo metodo di lavoro".
Niente a che vedere, quindi, con la tradizione comune a tutti gli altri di scegliere le gomme all’ultimo momento, addirittura sulla griglia di partenza come fanno in molti. Il lavoro, in casa Suzuki, inizia già al venerdì, adeguando la moto agli pneumatici, piuttosto che scommettendo su quale sarà la gomma migliore per affrontare il gran premio. “All'inizio – ha concluso Piero Taramasso - non era facile capire chi potesse essere il riferimento, sia a livello di moto che di piloti, ma già dall'Austria si era capito che il pacchetto composto dalla Suzuki e da Joan Mir era molto competitivo. E infatti hanno continuato ad esserlo dal Red Bull Ring in avanti, ed era abbastanza chiaro che fossero loro quelli che riuscivano ad interpretare meglio la nuova gomma posteriore e tutto il resto”.
Se siete arrivati fino a qui seguiteci anche su Facebook e su Instagram