Era il 10 maggio 1998 quando la Salernitana conquistò per la seconda volta nella sua storia la promozione in Serie A, addirttura 51 anni dalla prima storica. Allora la città di Salerno dimostrò un senso civico che va oltre il tifo, la passione, la gioia. Pochi giorni prima Sarno, e altri comuni limitrofi, tutti facenti parte della provincia di Salerno appunto, furono colpiti da un’alluvione con un bilancio tragico: 161 morti.
Festeggiare non sarebbe stato giusto.
Dopo 23 anni esatti, Salerno ottiene la terza promozione in Serie A. Nel frattempo tanti anni di B, un fallimento, la ripartenza dai Dilettanti con un altro nome Salerno Calcio (fortunatamente durato poco) e con a capo un personaggio illustre protagonista dell’ultimo ventennio calcistico italiano, Claudio Lotito. Già presidente della Lazio dal 2004, personalità mai amata dalla curva salernitana, negli anni ha trasformato la squadra campana in una vera a propria succursale di quella romana. “No alla multiproprietà” il leitmotiv degli ultras, “Con Lotito Presidente la Serie A resterà un miraggio” vanno ripetendo a Salerno, “A lui conviene avere due squadre in categorie differenti” perchè al contrario, con leggi e normative vigenti, sarebbe costretto a vendere una delle due società. Insomma, non ci credeva nessuno.
Quest’anno però il campo ha ribaltato ogni credenza e la Serie A da sogno è diventata pura realtà. Fin dai primi squilli di campionato i ragazzi dell'allenatore Fabrizio Castori hanno dimostrato una solidità e una compattezza degni di una regola base del calcio all’italiana: non prenderle. Pochi gol subìti, vittorie afferrate negli ultimi minuti e una concentrazione messa in campo in ogni singola partita che ha permesso di avere la meglio su autentiche corazzate quali Lecce e Monza, entrambe costruite investendo fior di denari.
Salerno e la Serie A, un connubio raro nonostante gli oltre 100 anni di storia. L'aria che si respira la mattina del 10 maggio è qualcosa di molto strano, quasi surreale per una città del sud così passionale. Pochissima gente per le strade, e quei pochi rigorosamente in silenzio e senza alcuna voglia di nominare quella letterina magicA. Tra la scaramanzia generale il tormentone dell’ultimo mese, quando il sogno si concretizzava sempre più a suon di risultati clamorosi, era diventato questo: “ZIIITT!“, parola estrapolata da una registrazione dello storico tifoso Raffaele il Vikingo! Salerno si è trasformata, in questi lunghi 23 anni, in un vulcano dormiente, ma non spento, pronto ad eruttare. Eruzione, anzi erezione, che ha inizio nel pomeriggio davanti allo Stadio Vestuti, monumento sacro del tifo salernitano, e prosegue lungo le vie del centro, Corso Vittorio Emanuele, il Lungomare diventano fiumi in piena colorati di granata.
La gioia è incontenibile, la città è in delirio, ma il tutto si svolge in maniera pacifica e resta sotto il controllo delle forze dell'ordine senza particolari problemi. Si registra purtroppo anche un incidente in scooter di un ragazzo, che perde la vita, proprio nel bel mezzo della festa. Con la vittoria di oggi a Pescara per 3 a 0 si conclude così una cavalcata che resterà impressa nelle mente dei tifosi granata, letteralmente impazziti al fischio finale. Caroselli, cori, fuochi d’artificio, fumogeni, bandieroni hanno colorato e animato il centro cittadino dalle 16 fino a notte fonda. Un vero e proprio tripudio. In un colpo solo i tifosi salernitani hanno ottenuto ciò che hanno sempre sognato: la Serie A e via Lotito. Che adesso deve vendere... e Ziiittt!