Mentre la Ferrari presentava la nuova "diavolessa" rossa, la monoposto con cui sfiderà i top team per il sogno mondiale di riportare alta la bandiera a Maranello, la FIA pubblicava ufficialmente il risultato di una lunga indagine che ha tenuto impegnava la Federazione nei messi successivi al finale di stagione ad Abu Dhabi.
Questi risultati si sono tramutati in una serie di decisioni che andranno a cambiare in modo concreto l'organizzazione della direzione di gara in Formula 1, cercando così di evitare in futuro spiacevoli situazioni come quelle viste nel corso della stagione 2021. Il mondiale risicato e la competizione tiratissima tra Mercedes e Red Bull hanno infatti fatto venire a galla, nel corso di tutto l'anno, una serie di mancanze da parte di chi - in F1 - è chiamato a prendere delle decisioni. Mancanze che non possono essere fatte cadere semplicemente come colpe sulla testa di un solo uomo, in questo caso Michael Masi.
Il modo in cui la FIA ha rivisto e modificato l'orgnigramma della direzione di gara, dimostra proprio che il problema decisionale in Formula 1 era molto più grande del singolo sostituto di Charlie Whiting, comparso prematuramente e improvvisamente all'inizio della stagione 2019.
La Federazione ha quindi scelto di introdurre nuove regolamenti per agevolare il ruolo del direttore di gara e di chi, insieme a esso, è chiamato a prendere decisioni cruciali per lo svolgimento della gara: sarà introdotta una sorta di VAR calcistica, che permetterà ai commissari di analizzare in modo dettagliato il punto messo in discussione e saranno eliminate le comunicazioni radio tra "sala di regia" e team principal, dettaglio che lo scorso anno ha portato moltissimi problemi ai team principal Toto Wolff e Chris Horner.
Nonostante questi cambiamenti interni però la testa di Michael Masi è comunque saltata: al suo posto arriveranno due personalità del mondo del motorsport con esperienza nel ruolo di direttori di gara (nel DTM e nel WEC), Niels Wittich e Eduardo Freitas, assistiti da Herbie Blash, vice di Charlie Whiting, che avrà un ruolo da consulente.
Se si è deciso di cambiare completamente il volto della direzione di gara, perché quindi scaricare Michael Masi? Prima di tutto l'australiano non è stato licenziato dalla FIA ma è stato ricollocato in un'altra posizione, meno mediatica, scelta che serve anche (e forse soprattutto) a salvaguardare la sua immagine e la sua persona. Essere diventato il capro espiatorio di questa stagione appena conclusa di Formula 1, e non solo del finale di Abu Dhabi ma anche di altre scelte discutibili come la farsa del non-GP di Spa, avevano compromesso in modo irreparabile la fama di Masi.
Per la FIA, e per lui, ripartire da una nuova stagione - che a tutti i costi vuole essere quella del cambiamento - con un volto così collegato a quanto successo nel 2021, sarebbe stato difficile da gestire sia per le squadre coinvolte che per la Federazione stessa. Ogni scelta pro o contro uno dei due grandi protagonisti di Abu Dhabi, sarebbe stata vista come una prova - o una controprova - di quanto urlato nel corso dello scorso anno.
Il cambiamento della direzione di gara aveva bisogno di una scossa radicale e purtroppo la posizione di Michael Masi non poteva aiutare in questa rivoluzione interna. Un modo per proteggere la FIA, certo, ma forse per salvaguardare anche lo stesso (ormai ex) direttore, che avrebbe invece iniziato un 2022 sommerso dalle critiche più disparate e di conseguenza messo nella posizione di non poter svolgere correttamente il proprio lavoro.