La pista gli piace e è perfetta per capire quanto il suo fisico sia realmente in grado di permettergli di vincere ancora. Il resto, invece, dovrà farlo Honda lavorando almeno quanto sta lavorando lui. E’ questo lo spirito con cui Marc Marquez ha raggiunto Portimao. Un luogo che per l’otto volte campione del mondo è anche un simbolo e in cui, almeno a giudicare dalle dichiarazioni del mercoledì, vuole arrivare con l’animo del “o la va o la spacca”.
Sì, perché sembra evidente che Marc Marquez a Portimao ci è andato per vincere, per mettere nel sacco il primo bottino pieno di stagione e far capire a tutti che, con 40 punti di distacco dal primo, uno come lui è ancora il principale candidato al titolo. Spavaldo? Forse! Ma è Marc Marquez e è perfetto così, altrimenti sarebbe stato un pilota normale e non il fenomeno che è. Al di là di antipatie, simpatie, biscotti o presunti tali del passato. S’è piegato, non s’è spezzato e adesso non intende mettere le mani sui mezzi manubri della sua RC213V solo per fare presenza. Ma per fare l’unica cosa per cui corre e l’unica cosa per cui vive: vincere. Solo che, oltre a qualche noia fisica che inevitabilmente si trascina dietro, questa volta ha più bisogno che mai della sua squadra, dei suoi uomini e di una moto che non sente più sua, ma che deve tornare a esserlo nel minor tempo possibile. Marc Marquez lo ha detto con le buone, lo ha ribadito con qualche frecciatina e, ora, è tornato sulla questione andando diretto al punto.
“Non vedo l’ora di scendere in pista in Portogallo, è un circuito impegnativo , molto fisico ma molto divertente. In America abbiamo mostrato la nostra velocità e quello di cui siamo capaci, anche se non tutto è andato alla perfezione. Voglio lottare di nuovo nelle prime posizioni e ottenere buoni punti dopo un inizio anno che non è stato dei migliori. Dobbiamo continuare a lavorare su noi stessi e sulla moto per poter raggiungere il nostro massimo, ma so che Honda ed io stiamo lavorando sodo”. Una frase, l’ultima, che sembra più una domanda e che potrebbe essere rigirata così: “Io sto lavorando sodo, Honda?”. Se lo chiede Marc Marquez e ce lo stiamo chiedendo tutti, ma evidentemente i problemi della nuova RC213V sono tanti e tali da rendere difficile ogni soluzione. Perché è chiaro che anche Honda sta lavorando, visto che perdere non piace a nessuno e ancora meno piace a chi è abituato a vincere, ma ci vorrebbe l’aiuto di tutti. Invece sembra che gli altri tre piloti dell’Ala Dorata stanno solo aspettando che Marquez capisca sia i problemi che le soluzioni e che gli ingegneri giapponesi facciano il resto.