Era il 2019 quando Anthoine Hubert è venuto a mancare a seguito di un brutto incidente a Spa Francorchamps, dove era stato colpito su Eau Rouge dalla vettura di un altro pilota dopo aver perso il controllo della sua. In quel momento non solo si è spenta una delle stelle più brillanti del mondo del motorsport, ma si è anche fermato l’algoritmo che tiene viva la Formula 1. Un lutto che ancora oggi si sente pesante e che ricorda quanto questo sport sia pericoloso, che lascia il nome di Anthoine nel cuore di ogni appassionato. Quel giorno però, non solo Hubert è stato coinvolto nell'incidente, ma anche Juan Manuel Correa, che è sopravvissuto ma solo dopo un lungo coma e diversi interventi particolari che lo hanno riportato a poter tornare a correre. Perché sì, Juan Manuel Correa appena ha potuto è tornato subito in pista. Nonostante il dolore, nel ricordo del suo collega ma prima di tutto amico Anthoine, e le difficoltà fisiche, dato che l’ecuadoriano ha dovuto ricostruire entrambe le sue gambe, protagoniste principali dell’impatto da lui subito a Spa Francorchamps.
Non si è fermato nemmeno un attimo, nemmeno quando era ancora sulla sedia a rotelle con i dottori che gli dicevano che probabilmente non sarebbe riuscito a tornare a camminare, figuriamoci a guidare delle vetture che sfiorano i trecento chilometri orari. “Io non ho mai smesso di crederci. Volevo tornare a correre con tutto me stesso, è una cosa che non ho messo in dubbio nemmeno per un attimo. Volevo farlo per me e per lui, per non spegnere il sogno di nessuno” ha detto Correa in un podcast dove è stato intervistato. Lui che non ha nemmeno mai smesso di raccontarla la sua storia, convinto di quanto possa essere utile per convincere anche gli altri di non arrendersi mai, che è il suo mantra e stile di vita. Che poi, per l'attuale pilota del team DAMS non c’è stato un passo facile da fare: visite mediche mai al 100% positive, un percorso psicologico con i suoi alti e bassi, la totale negligenza della FIA che non ha supportato minimamente l’ecuadoriano.
Come una salita ripida da fare quasi tutta in retromarcia, per Juan Manuel Correa salire sul podio di Barcellona dopo un weekend impeccabile è forse una delle soddisfazioni più importanti della sua carriera. Ripartito con una stagione in Formula 3, dopo solo sedici mesi dall’incidente, nel 2022 è riuscito anche a salire sul podio di Zandvoort, in parallelo a un programma nell’endurance, dove ha corso con la LMP2 del team Prema nello European Le Mans Series e nel WEC l’anno seguente, partecipando anche alla sua prima 24h di Le Mans. Un ritorno non semplice quello al volante per via anche di una frattura metatarsale al piede sinistro durante i test a Jerez di Formula 3, prima dell’inizio della stagione del 2022, che gli hanno impedito di partecipare a tutte le tappe iniziali del calendario.
Tre anni dopo dal suo ritorno alle corse però Correa sale sul podio della Sprint race a Barcellona e fa sentire più vicino il ricordo di Anthoine Hubert. La direzione gara poi ha deciso di penalizzarlo, per un’incongruenza nell’analisi dei track limits, ma il pilota della DAMS ha subito rimediato, optando per una strategia diversa in Feature race che gli ha permesso di finire terzo alla gara della domenica. Una condotta di gara che gli fa onore, che lo riporta indietro di cinque anni quando era anche un atleta del Sauber Junior Team e insieme a Tatiana Calderon collaudava e testava le monoposto di Formula 1 con la possibilità di correrci un giorno. Quando concludeva la gara a Le Castellet nel 2019 secondo, salendo sul gradino del podio più vicino a quello ottenuto da Anthoine Hubert, primo sul circuito di casa sua, in una coincidenza che fa emozionare anche lui in conferenza stampa una volta finito il weekend spagnolo della Formula 2.
La storia più bella a Barcellona la racconta allora lui, che con se porta uno dei valori più importanti di questo sport e che insegna in ogni suo passo a credere sempre nei propri obiettivi. Un pilota che nella seconda parte della sua carriera ha dovuto costruire ogni pezzo del puzzle da solo, con il supporto di pochi, ma con la forza di mille, raccolta nel percorso di recupero che lo ha portato fino a qui. Una stagione di Formula 2 che è ancora lunga e che può ancora vederlo crescere, che Spa Francorchamps ce l’ha nel calendario tra circa un mese e che di storia ne racconta già tanta. “Sapevo che oggi era l’anniversario del mio ultimo podio con Anthoine, quella giornata era stata bellissima” dice Juan Manuel durante la conferenza stampa. “Per me è un po’ surreale essere qui adesso. Sono davvero tanto grato di poter avere ancora queste opportunità e di correre ancora a questo livello” continua l’ecuadoriano. “Io penso a lui in ogni momento quando faccio questo sport. Spero stia sorridendo anche lui da lassù e di averlo fatto contento con questo podio. Pensare di essere qui proprio oggi e di essere riuscito a fare la gara che ho fatto è davvero speciale. Gli dà un qualcosa in più” conclude Juan Manuel. Una coincidenza speciale, che sembra essere parte proprio del grande algoritmo che fa battere il cuore di questo sport.