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La vittoria di Charles Leclerc a Monza è la storia di un ragazzo diventato grande

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

  • Foto di Riccardo Compierchio

2 settembre 2024

La vittoria di Charles Leclerc a Monza è la storia di un ragazzo diventato grande
Una vittoria diversa rispetto a quella del 2019, che segna il passaggio di maturità di un Charles Leclerc perfetto tra gli applausi della gara di casa della sua Ferrari

Foto di Riccardo Compierchio

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

C'è un entusiasmo incontenibile davanti al box di Charles Leclerc a Monza. È un universo perfetto che prolunga il sogno mentre a pochi metri da lì, dentro al paddock, i team riempiono casse e smontano hospitality, preparandosi a lasciare l'Italia in una domenica pomeriggio che ha consegnato alla Ferrari una vittoria di casa difficile da metabolizzare. Il post gara dentro al microcosmo della Formula 1 è un ingranaggio veloce che si muove senza errori e che segna la velocità di reazione di un mondo abituato a successi, sconfitte, cambi di scenari e di programma. In qualsiasi modo vadano le cose poche ore dopo la gioia del podio tutti sono pronti a lasciare le stanze che per quattro giorni hanno animato una storia. Per qualcuno però, di tanto in tanto, la festa continua un po' più a lungo. Così mentre nel paddock McLaren e Red Bull raccolgono i pezzi di un weekend da comprendere e studiare per tornare a Baku più forti, la Ferrari si concede il lusso di un festeggiamento prolungato. L'orario della fotografia di rito, davanti al garage Ferrari, è fissato per poco dopo le 18 e la squadra prova a mettersi in posizione, mentre il pilota monegasco abbraccia uno alla volta tutti i membri della squadra che aprono per le braccia per condividere con lui la gioia di un successo senza precedenti.

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Non è la prima volta per Leclerc a Monza, ma è la prima volta così. Nel 2019, da esordiente in Ferrari, il giovane Charles aveva portato a casa una vittoria di cuore e di passione, pronto a rinunciare a tutto pur di vincere davanti ai tifosi italiani. Da lì sono passate stagioni di altri successi e di tante sconfitte, di giorni buoni e di mesi complessi. Sono stati anni di una maturità raccolta da terra, scavata dentro al corpo di un ragazzo che "di un secondo posto non si accontenta mai" e che per questo ha spesso dovuto fare i conti con il sapore amaro della delusione sportiva. A Monza quel ragazzo è ancora lì, negli occhi che brillano sul gradino più alto del podio, nelle parole che grida alle migliaia di persone strette sul rettilineo e vestite di rosso: "Siete i migliori, vi voglio bene". Ma c'è un altro Leclerc, nella sua seconda vittoria di Monza, ed è un pilota che ha conquistato con la maturità e l'intelligenza sportiva un successo diverso da tutti gli altri vinti in carriera. È la vittoria più meritata e per questo forse la più bella del pilota monegasco che grazie a una gestione gara impeccabile e a un uso sapiente della sapiente delle gomme ha bloccato la risalita delle favorite McLaren, accarezzando per 38 giri le sue hard e portandole a casa tagliando il traguardo per primo. Una domenica da grande, per quel giovane Leclerc che nel 2019 aveva fatto impazzire Monza per la prima volta, uguale nei sentimenti, emozionato e giovane sul gradino più alto del podio, ma diverso da allora. Nella maturità, nella capacità di lasciare andare quando necessario, nell'intelligenza della gestione di una domenica che sarebe potuta andare molto diversamente.

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Charles abbraccia la squadra e rigrazia tutti, puntando il dito sulle tute dei ragazzi del team: "Voi, voi" ripete, perché se la macchina gli ha permesso di arrivare alla bandiera a scacchi così, il merito è anche di un team la cui passione si rifletti in quella dei tifosi, incontenibili e rumorosi. La gioia davanti al box è così tanta che la foto è da rifare per tre volte: Leclerc viene spruzzato con lo spumante prima dello scatto di rito e tutti ridono, consapevoli che nessuna fotografia racconterà quel momento come l'averlo vissuto. Una storia che resterà immortalata tra le mura di Monza, che non verrà raccolta e portata via insieme ai pezzi di un hospitality da smontare, di un paddock itinerante che già si prepara alla prossima gara. Che resta, nella consapevolezza di un pilota, pronto a regalarci tutto e ancora di più, aprendo porte nuove, mentre da sotto al podio i tifosi continuano a gridare il suo nome.

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