Per molti anni il vivaio di piloti creato e portato avanti da Red Bull è stato invidiato da tutto il settore del motorsport per la capacità dimostrata dalla squadra di scovare talenti o ingaggiarli al momento giusto e portarli al successo. Una dinamica che ha consegnato quattro titoli mondiali a Sebastian Vettel e tre a Max Verstappen e che ha portato in Formula 1 piloti come Carlos Sainz, Pierre Gasly e Alex Albon. Non tutti i piloti scovati da Red Bull hanno però raggiunto il successo e, dall'altro lato, non tutti i talenti avvistati sono stati messi sotto contratto dalla scuderia, tra pressioni di altri team, possibilità migliori offerte ai piloti e clausole in contratti precedenti.
È quanto è successo per esempio nel caso di Lando Norris e a raccontarlo è stato proprio Helmut Marko, per anni a capo del programma di crescita dei giovani talenti del vivaio Red Bull, che nel podcast The Inside Line ha parlato della volontà - nel 2018 - di mettere sotto contratto il giovanissimo pilota inglese, salvo poi dover rinunciare: "Nel 2018 eravamo in avanzate trattative con Lando Norris e avevamo un contratto pronto per lui per correre l'anno successivo in Toro Rosso nel 2019. La McLaren però scoprì che stavamo trattando e fece valere una clausola che mise fine ai negoziati iniziati con lui". Quella raccontata da Marko nel podcast non fu l'unica trattativa andata male del team perché soprattutto nei primi anni Red Bull faticò a trovare piloti di altissimo livello disposti a scommettere sulla squadra: "Nel 2008 iniziammo una trattativa con Fernando Alonso ma lui non ci prese sul serio". La fine di una storia mai iniziata e l'avvio di un'altra avventura, quella che portò Sebastian Vettel a sfidare proprio Alonso - vestito con i colori della Ferrari - per i successivi anni nella massima serie.