Quasi sempre, quando ci sono di mezzo i social, la notizia vera sta nei commenti alla notizia principale. Viene da dirlo leggendo in giro il fiume di parole che i soliti leoni da tastiera stanno spendendo intorno alla notizia del giorno: la conferma di Luca Marini come pilota ufficiale di Honda anche per il 2026. Sì, perché se quella del rinnovo era, di fatto, una notizia ormai nota e solo da ufficializzare formalmente, a colpire oggi è, piuttosto, il veleno che si sputa. “Raccomandato”, “non se lo merita”, “non porta i risultati”. Tutta roba più o meno così e su questo tono qua con cui, paradossalmente ha da sempre fatto meglio i conti lo stesso Luca Marini che tutti gli appassionati veri di motorsport. Che finiscono per rimanerci male.

Ok, il numero 10 della moto non sarà di quelli genio e sregolatezza che emozionano e quest’anno è pure l’unico che non è mai finito a terra. Quello di cui ci si dovrebbe rendere conto, però, è che per i giapponesi della Honda è il pilota perfetto esattamente grazie a quelle caratteristiche che per molti sono, invece, difetti imperdonabili. Lavora sodo, è preciso, tende a non inventarsi niente e a capitalizzare al meglio solo ciò che il buon senso consente di investire. Non è un pilota da cresce, ma un pilota per crescere. E in Honda lo sanno, tanto che quando c’è stato da farsi due domande su chi mandare a casa nell’eventualità che fossero arrivati o Pedro Acosta o Jorge Martin, sembra che in Honda non ci abbiano pensato su due volte a mettere il dubbio su Mir (nonostante un contratto valido fino alla fine della prossima stagione) rispetto all’italiano. Quindi no, non è vero che Luca Marini non merita una Honda ufficiale, perché questa RC213V, oggi, è talmente imperfetta da bruciare chiunque. Lo sa bene anche Johann Zarco che, una volta che gli hanno garantito trattamento da ufficiale (sia tecnico che economico), non ci ha pensato su due secondi a far sapere che per lui poteva andare benissimo anche restare nel box di Cecchinello. Visto mai: in mezzo agli italiani l’estro e la fantasia sono valori e il francese s’è assicurato di nuotarci in mezzo per altre due stagioni.

Va bene così a Honda, va bene così a Zarco e di sicuro va bene anche a Luca Marini, che può continuare a convincere con il modo che ha lui: quello dei piccoli passi possibili. Un modo che paga in un mondo che, invece, non comprende, visto che i numeri parlano comunque chiaro: nel disastro complessivo di Honda, Marini è l’unico che ha conquistato punti in ogni weekend a cui ha preso parte. Roba che può sfuggire ai fanatici del gas aperto e vita persa, non certo ai giapponesi e a quegli ingegneri giapponesi che di Marini si sono innamorati sin dal secondo immediatamente successivo a quello in cui hanno accettato che la RC213V non è più la moto dei sogni. E che servirà almeno un altro anno per provare a farcela ritornare. Con Marini, appunto, a prescindere dal se sarà poi ancora di Luca Marini dopo il 2026.
"Siamo felici di continuare con Luca per un altro anno – ha detto Taichi Honda, Direttore Generale HRC - ha dimostrato un alto livello di professionalità e dedizione. Luca si è guadagnato la reputazione di pilota analitico e di lavoratore instancabile, una risorsa preziosa per qualsiasi progetto MotoGP. I feedback di Luca sono sempre chiari e precisi e sono stati molto utili agli ingegneri Honda HRC per proseguire lo sviluppo della Honda RC213V nell'ultima stagione e mezza". Parole, quelle del grande capo, che sono chiare sul reale obiettivo di HRC e pure sui tempi che in Honda si sono dati per completare un percorso. "Sono pienamente impegnato in questo progetto e determinato ad aiutare Honda a tornare ai vertici del Campionato del Mondo MotoGP – ha detto proprio il pilota italiano - Da quando sono entrato a far parte del team nel 2024 abbiamo continuato a migliorare e a lavorare insieme in maniera sempre migliore. Lavorare con una casa Honda HRC regala un'enorme motivazione come pilota: finora abbiamo avuto una buona stagione e l'obiettivo rimane quello di continuare a migliorare fino all'ultimo giro a Valencia”.