Benedetta Pilato e Antonella Tarantino hanno vissuto giornate di grande tensione a Singapore, e non per il Mondiale di nuoto. Le due atlete pugliesi sono state fermate all’aeroporto con l’accusa di furto. Una vicenda che ha rischiato di trasformarsi in un incidente diplomatico e che solo grazie all’intervento della Farnesina, dell’ambasciata italiana e del ministro degli Esteri Antonio Tajani ha trovato uno sbocco rapido. Tarantino avrebbe nascosto inavvertitamente alcuni oggetti rubati nella borsa di Pilato e le due nuotatrici sono state interrogate a lungo. Poi la svolta: scuse formali, rilascio, trasferimento in hotel e autorizzazione a imbarcarsi sul volo per l’Italia. Il caso ha inevitabilmente sollevato un dibattito, perché coinvolge due atlete giovani ma già esposte ai riflettori internazionali. Abbiamo parlato di questo episodio, e non solo, con un grande protagonista del nuoto azzurro, Massimiliano Rosolino: “Sicuramente non è una cosa di cui andare fieri, ci mancherebbe. Una tirata d’orecchie va fatta, perché rubare una mela da ragazzi o da adulti resta una sciocchezza. Lo sportivo dovrebbe dare l’esempio, e questo è un cattivo esempio. Però non ne farei un dramma. Anzi, prendiamo spunto da paesi come Singapore. Io sono per l’attenzione e il rispetto delle regole, non per le punizioni esagerate. Se in Italia avessimo la stessa rigidità, saremmo tutti senza documenti. Lo dico con un sorriso, anche se la vicenda ha creato scalpore. È sicuramente imbarazzante, ma credo sia stata una bravata, un gesto da ragazzi per provare il brivido di farlo. Meno male che erano a Singapore e non a Dubai, perché lì sarebbe stato molto peggio”.

Poi il ruolo dei ragazzi e i modelli culturali che spesso li influenzano: “Penso che, al di là di essere atleti, i ragazzi sono prima di tutto giovani. Io sono molto ‘alla vecchia maniera’. Ascolto le canzoni delle mie figlie e sento rapper che parlano di pistole e criminalità. Poi dico: ragazzi, ma avete mai ascoltato le parole? Ci sono altri modi per sentirsi speciali, non serve fare i fuorilegge. Per esempio, Benedetta la conosco bene: è un grande esempio, forte e fragile allo stesso tempo, piace anche per le sue lacrime, non solo per i successi. Detto ciò, non ne farei un caso nazionale. È imbarazzante, certo, ma per fortuna la Farnesina è intervenuta subito e ha risolto. Succedono cose simili anche in Italia. In fondo un po’ di paura serve, perché così non lo rifaranno più”. Dal nuoto al calcio, il passo è breve. A Rosolino, napoletano doc, abbiamo chiesto dl Napoli di Conte: “Non è culo, è bravura. Le partite si giocano fino all’ultimo. Il Napoli ha consapevolezza, ma deve affrontare anche le batoste: crisi, successi, lacrime ed esaltazione. Questo è lo sport”.

E sull’Inter, che ha dichiarato apertamente di voler puntare allo scudetto? “L’Inter ha grandi ambizioni. Ma da sportivo dico: i grandi investimenti non danno frutti in sei mesi. Puoi spendere 50 milioni, ma non è matematico che vinci la Champions. Molte squadre spendono tanto e poi devono trovare un equilibrio. Il Napoli invece ha un bilancio solido e lavora bene e oggi può giocarsela. I bravi si vedono nei momenti difficili: il Napoli ancora non li ha affrontati, siamo solo all’inizio della stagione”. Infine, un passaggio su Jannik Sinner, che negli ultimi giorni ha fatto parlare non solo per i suoi risultati ma anche per aver ammesso di essersi innamorato e chi lo segue sa benissimo che si tratta di un’ammissione epocale. Il punto, però, è che in molti si chiedono se sia o meno un bene: “Secondo me quando hai un obiettivo enorme devi filtrare queste cose. L’amore è bellissimo, ma a venti o trent’anni non è facile dire: ‘Questo weekend voglio stare da solo perché devo concentrarmi’. Sinner è stato bravo: ha superato crisi, ha cambiato preparatore, ha trovato soluzioni. Quando ha perso al Roland Garros contro lo spagnolo, sembrava una tragedia, e invece si è rimboccato le maniche. L’amore può essere una parentesi che distrae, ma per fortuna ha scoperto anche questo lato umano”.