Nel venerdì malese della MotoGP niente acquazzoni, ma cielo coperto e tanta umidità, il che significa due cose: pista asciutta e temperature dell'asfalto non esorbitanti (42 gradi rispetto ai 33 dell'aria) che garantiscono spettacolo e prestazioni vicine al record della pista. Molto vicine al record della pista, con l'1'57"823 di Alex Marquez - primo nelle prequalifiche - che si è fermato a meno di un decimo dall'1'57"790 di Jorge Martìn della scorsa edizione, ovvero il miglior giro mai fatto registrare da un motociclista al Sepang Interational Circuit. Riferimento, quello del numero 89, che con tutta probabilità verrà abbattuto domani nel corso delle qualifiche, qualora le condizioni restassero simili. Martín che oggi non ha comunque sfigurato: se a cavallo della bandiera a scacchi non fosse arrivato un Alex Marquez in grande forma (durante entrambi i time attack il pilota del Team Gresini ha fatto strada al fratello Marc, offrendoci forse un antipasto delle collaborazioni che vedremo l'anno prossimo), in cima alla lista dei tempi ci sarebbe stato l'1'57"997 di Jorge, secondo.
Il madrileno è apparso a proprio agio sin da subito tra i curvoni larghi e spaziosi di Sepang, visibilmente confidente in fase di staccata (sul tracciato che si snoda nella periferia sud di Kuala Lumpur ci sono almeno quattro frenate poderose in cui è possibile fare la differenza). Non si può dire lo stesso di Pecco Bagnaia - il suo rivale - protagonista di leggeri "lunghi" e ancora lontano dal feeling ottimale mostrato nella prima parte di stagione con la GP23. Pecco nel primo turno ha lavorato in ottica gara, testando sulla lunga distanza la gomma hard al posteriore. Al pomeriggio, nella simulazione di qualifica con la media al retrotreno (Michelin a Sepang non ha portato la soft per questioni di temperatura e conformazione dell'asfalto), Bagnaia non è andato al di là di un ottava posizione a sei decimi da Alex Marquez, che comunque consentirà a Pecco e Ducati di lavorare questa notte per provare a migliorare, senza l'assillo e la pressione di dover passare per la tagliola del Q1.
Da segnalare, oltre ai cordoli di Sepang che non sono più bianco-rossi ma bianco-azzurri a richiamare il title sponsor Petronas, le quattro scivolate in un giorno di Aleix Espargaró: la prima al mattino - con l'Aprilia che, rimasta accelerata nella ghiaia, ha preso anche fuoco - e le altre tre nelle prequalifiche del pomeriggio. Tutte chiusure d'anteriore (l'ultima, verificatasi alla curva 5 durante il time attack, la più rovinosa) senza conseguenze fisiche per Aleix, che però insieme agli uomini di Noale dovrà fare i conti con questo venerdì da incubo e, possibilmente, lasciarsi alle spalle ripercussioni mentali. A proposito di dinamiche interne allo stesso box, non è passata inosservata una scaramuccia tutta Yamaha tra Quartararo e Morbidelli negli ultimi minuti di prequalifica: in curva 9 Franco perde l'anteriore, evitando la caduta con uno strepitoso salvataggio in stile Marquez, ed è costretto ad abortire il giro veloce; Fabio, che arriva da dietro, si trova il compagno di squadra in traiettoria e ad ampi gesti esprime tutto il suo disappunto. Un venerdì comunque da salvare per Iwata e per la M1, che a Sepang ha sempre ben figurato. Il Diablo, forte della sua settima posizione, ha già la Q2 assicurata. Morbidelli, undicesimo e fuori dalla top ten per 84 millesimi, dovrà conquistarsela questa notte alle 3:45 italiane (Franco, tuttavia, è stato il migliore nella simulazione di passo gara con mescola dura al posteriore). In Q1, ad affrontare l'italo-brasiliano, ci saranno le Ducati di Enea Bastianini e Fabio Di Giannantonio (oggi rispettivamente dodicesimo e quattordicesimo), le Honda Factory di Marc Marquez (15°) e Joan Mir, le Aprilia di Aleix Espargaró e Miguel Oliveira, e le KTM GasGas di Pol Espargaró e Augusto Fernandez. Oltre a Martín, Bagnaia, Alex Marquez e Quartararo, sono già candidati per la pole position le KTM ufficiali (Miller e Binder), le Ducati del Team VR46 (Marini e Bezzecchi), Maverick Vinales e Johann Zarco.