In Honda va tutto male. Perché sarà anche vero che GP dopo GP i distacchi siderali dei piloti del Team Repsol e di quelli di LCR rispetto ai primi della classe si vanno riducendo, ma è altrettanto vero che di questo passo ci vorranno anni. E le dinamiche in cui Honda è radicata potrebbero non aiutare. Il vecchio principio del cambiare il meno possibile per crescere con quello che si ha funzionava fino a qualche anno fa, ma adesso anche la MotoGP si muove in maniera diametralmente opposta e anche la conferma di Joan Mir nella squadra ufficiale lascia qualche dubbio sulla reale volontà di Honda di invertire la rotta. Anche perché adesso c’è una nuova notizia che fa sbarrare gli occhi: in LCR dovrebbe arrivare Somkiat Chantra.
Senza nulla togliere al giovane pilota thailandese della Moto2 e pur sapendo che in LCR conta, e conta tanto, il peso dello sponsor giapponese Idemitsu, fa riflettere il dover prendere atto che non si sia scelto di derogare al principio di “pilota asiatico per la moto con lo sponsor asiatico” in questo momento di grande crisi sportiva per Honda. Chantra ha sicuramente talento, è una delle promesse della Moto2, ma il rischio che si corre non è quello di valorizzare un giovane pilota asiatico, bensì quello di bruciarlo definitivamente. Il prescelto per sostituire Takaaki Nakagami, come noto, era Ai Ogura, ma il giapponese se ne è guardato bene di esordire in MotoGP con una moto che attualmente è l’ultima della classe e alla fine ha trovato una porta aperta in Aprilia TrackHouse. Se così non fosse stato, Ogura sarebbe rimasto in Moto2.
Sembra, invece, che la proposta della classe regina abbia ingolosito e non poco Chantra, che chiaramente vorrà provarci, ma che altrettanto chiaramente non è il pilota di cui Honda adesso potrebbe aver bisogno. Soprattutto in quel team satellite che dovrebbe poter essere spalla e supporto anche nello sviluppo dei nuovi prototipi. Lucio Cecchinello, dalla sua, sembra fare buon viso a cattivo gioco e, anzi, si mostra sempre comunque contento della collaborazione con il colosso giapponese, ma l’impressione è con quest’ultima “imposizione” anche il matrimonio più solido della MotoGP potrebbe cominciare a vacillare.
Perché di nomi che avrebbero potuto essere realmente d’aiuto ce ne erano altri. A cominciare da Jack Miller, che ha maturato esperienza sia con Ducati che con KTM, e che invece adesso sembra sempre più vicino a Yamaha, su sponda Pramac. Anche lo stesso Augusto Fernandez, destinato a lasciare la MotoGP dopo due sole stagioni con GasGas, avrebbe paradossalmente potuto portare un contributo maggiore e, a conti fatti, se il pilota che guiderà quella moto deve essere per forza di cose asiatico, tanto valeva continuare con Takaaki Nakagami.