Carlo Pernat torna a parlare di MotoGP alla sua maniera. Senza filtri e tante argomentazioni, che si tratti di gestione sportiva (come nel caso di Alberto Puig) o di piloti. In Moto3, spiega il manager genovese, dovrebbero essere sanzionati molto di più, altrimenti il rischio è che tutti facciano come Marc Marquez. Poi, nella lunga intervista rilasciata a Paolo Ianineri e Zoran Filicic per MotoG-Podcast, spiega i problemi di Valentino, anticipando che potrebbe annunciare il ritiro a Misano. Ecco i passaggi più interessanti.
“In MotoGP le decisioni sono politiche, non sportive. Per Marquez sparirono immagini e video”
Parlando della sicurezza in Moto3, tema di cui i piloti discuteranno prima del GP di Germania al Sachsenring, Carlo Pernat spiega che il sistema di penalizzazioni è sbagliato e che di questo passo non si può che peggiorare.
“Nella Moto3 andrebbero educati. Se non fai capire subito che queste manovre sono fuori dal mondo loro lo faranno sempre. Non devi farli correre per una gara. La Dorna o la direzione gara devono diventare durissimi. E sarebbe uno spettacolo comunque, perché se hai credibilità la gente guarda le gare. Così si perde credibilità e io combatterò sempre contro queste non-decisioni. Ma anche nel caso di Quartararo, è incredibile che siano dovuti andare a chiedere spiegazioni, c’è un regolamento che parla chiarissimo. Ha detto bene Valentino, spettacolarizzare all’estremo una cosa in cui c’è in ballo la vita delle persone è follia”.
Poi fa l’esempio di Marc Marquez, fenomeno vero che non è mai stato fermato quando un bel gesto sportivo diventava assolutamente contro il regolamento: “Non criminalizzo nessuno, sono chiacchiere. E io voglio bene a Marc Marquez, che è un fenomeno. Ma vi ricordate quante sanzioni avrebbe dovuto prendere per come guidava? Io amo i fenomeni, i piloti che danno spettacolo. Ma quante volte sono successe cose in cui avrebbero dovuto sanzionarlo? In Malesia sono addirittura sparite delle immagini. All’ultimo giro delle prove ufficiali è salito sulla spalla di Iannone con la moto. E le immagini sono state tolte dalla sala stampa, i video spariti… Ma così i piloti finiscono per pensare di poter fare quello che vogliono, ma non esiste! Evidentemente c’è un problema alla fonte. Il pilota quando chiude il casco fa quello che deve fare per vincere, è chi regola le gare che dovrebbe fare le sanzioni. Non è mai stato così e oggi la paghiamo. In MotoGP sono quasi sempre decisioni politiche, mai sportive. A Sepang, nel 2015, Valentino doveva prendere semplicemente un ride through. E a Valencia si sarebbe giocato il 10° titolo. Ma ci ricordiamo di Marquez in contromano, in Argentina? Regolamento stravolto per questioni politiche”
Valentino Rossi? Lo chiamerei Bostik, secondo me a Misano annuncia il ritiro
Il nove volte iridato, secondo il manager di Enea Bastianini e Tony Arbolino, annuncerà il suo ritiro a Misano, nel Gran Premio di casa. Al suo posto un giovane dalla Moto2.
“Valentino ha sempre corso per divertirsi, la moto è la sua Disneyland. Si sta rendendo conto che non si diverte più, ma si allena moltissimo. Va al ranch, gira… si fa un mazzo tanto. E va ancora forte, a lui non si può dire niente. Ha una voglia di rimanere lì che lo chiamerei Bostik. Il problema è che has 42 anni e gli altri ne hanno 20, a 20 anni ragioni col polso e non con la testa, mentre quando ne hai 42 comanda la testa e non il polso. Inconsciamente qualcosa perdi, perché la testa non ti fa rischiare e il polso segue. Questa è la grande differenza”.
Poi ricorda che Valentino, in un modo o nell’altro, ha cambiato il motomondiale: “Ci ha portato a vette altissime nel motomondiale… La sua forza, la sua simpatia, il suo modo di comunicare… E la mossa che ha fatto adesso con Aramco è una cosa che non fa nemmeno una casa costruttrice, quindi ha già vinto la coppa del mondo del Team Manager, senza contare la VR46 con due titoli mondiali piloti. Il cerchio è meraviglioso”.
Poi continua: “Valentino deve soltanto capire - e secondo me lo ha già capito - che a 42 anni non si può più correre con questi ragazzi qui. Arrivi dal decimo in poi, quando rischi cadi, è cambiato anche in faccia, non ha più l’allegria di prima. Io sono convinto che a Misano darà l’annuncio in cui dirà che il prossimo anno non corre. Ne sono stra convinto perché è un ragazzo intelligente. Penso che lo dirà a Misano perché siamo in Italia. È chiaro che si apre la finestra della Petronas, sempre che rimanga con la Yamaha”.
Infine, parla anche del suo compagno di squadra: “A Franco Morbidelli non hanno dato la moto ufficiale per una scelta politica. Un pilota che l’anno scorso avrebbe potuto vincere il mondiale - che non ha vinto a causa della Yamaha, parliamoci chiaro - non poteva essere messo in quelle condizioni. E non è una questione di soldi, perché non ci credo che Petronas non può tirare fuori un milione e mezzo per una moto ufficiale. Non ci credo nemmeno se lo vedo e me lo dicono”.
Fuoco su Alberto Puig: "Suppo non avrebbe mai fatto questi errori"
Partendo dal fatto che Pol Espargarò ha chiesto le concessioni per la Honda ufficiale, Carlo Pernat punta il dito su Alberto Puig, Team Manager di HRC.
“Metterei Alberto Puig dietro la lavagna con le orecchie d’asino - ha esordito Pernat - come si faceva a scuola. A parte Marquez che non c’entra niente, è stata una politica scellerata: prendere il fratello Alex e tagliarli la testa subito, ingaggiare Pol Espargarò che non ha mai vinto niente e che lascia ancora dei dubbi, e fare uno sviluppo della moto che non esiste. A Barcellona c’erano vagonate di telai e di carene… Devo dire che dopo 40 anni che sono nel motomondiale pensare ad una Honda con le concessioni - e le avranno, perché il regolamento è chiaro - mi fa impressione. Se me lo avessero detto non ci avrei creduto. Sono davvero in un momento nero. Se ci fosse ancora Livio Suppo sarebbe sicuramente meglio. Difficile fare peggio di Puig, ma ai suoi tempi con Nakamoto era un’altra cosa. Livio gli errori di Puig non li avrebbe mai fatti, nemmeno un Team di Moto3 gestisce così una squadra. Alla Honda è successo quello che capitò alla Ducati con Stoner, a cui non importava nulla di sviluppare. Quando è andato via lui, la moto è rimasta inguidabile. Ma quando passano gli anni e il fenomeno non c’è più sei finito”.
"Maverick Vinales? Più che il capotecnico, Yamaha dovrebbe cambiare il pilota"
“Vinales è imbarazzante - ha detto in chiusura Pernat - dicevamo che pativa Valentino, perché la sua vicinanza nella squadra è ingombrante, non c’è niente da fare… Ma adesso patisce Quartararo. E prende delle decisioni assurde, dalla scelta delle gomme al cambio numero, cambia capi tecnici passando da Forcada - che è il migliore in circolazione - al suo amico e poi ora Galbusera… Forse sarebbe meglio cambiare pilota se fossi in Yamaha. Lui sa andare, per carità. Tutti gli sportivi sognerebbero un team ufficiale con Quartararo e Morbidelli, ma Franco ha un contratto per il prossimo anno con Petronas. Quest’anno dovrà fare di necessità virtù, ma non so come faccia Franco a non deprimersi. È molto forte di testa, a differenza di Vinales. Maverick non è per niente forte mentalmente”.