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Le bordate di Paolo Bargiggia: “L’inginocchiamento è ridicolo. La Rai inascoltabile”. E su Paolo Beltramo: “Mi critica ma è una caricatura”

  • di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

29 giugno 2021

Le bordate di Paolo Bargiggia: “L’inginocchiamento è ridicolo. La Rai inascoltabile”. E su Paolo Beltramo: “Mi critica ma è una caricatura”
Dal tweet-risposta di Paolo Beltramo: “È una caricatura, Se non ha argomenti e la butta in politica vuol dire che è bollito completamente” alla polemica dell’inginocchiamento: “la scelta dell’Italia di farlo perché lo fanno gli altri la trovo ridicola”. E ancora il calcio giocato, la poca serietà della Serie A “Hanno messo i loghi arcobaleno ovunque ma non nei social arabi sennò non pagano” e le seconde voci in telecronaca “prolisse e scontate, dicono banalità pazzesche”. Paolo Bargiggia non ha paura di dire quello che pensa: “Ribadisco quanto detto su Caressa, la Rai invece è una serra inascoltabile”. E sulla politica…

di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

Non aveva ancora letto il tweet di risposta di Paolo Beltramo e l’ha fatto con noi: “Mi fa tenerezza, ridere, se non ha argomenti e la butta in politica vuol dire che è bollito completamente, stavo parlando di Caressa su una partita dell’Italia”. A parlare è Paolo Bargiggia, uno che dice le cose in maniera diretta. Venticinque anni alla conduzione sportiva a Mediaset, il giornalista ci ha detto la sua opinione sul cammino dell’Italia a Euro2020 sottolineando i punti di debolezza e le qualità tecnico-tattiche della squadra: “Ho visto una Nazionale stanca, Bonucci e Acerbi hanno fatto fatica pur non giocando contro Kane o Lewandowski. Però la nostra squadra gioca in maniera offensiva per 90 minuti pressando alto gli avversari. Il Belgio è leggermente favorito, ma non è così scontato”. Non potevamo però assolutamente limitarci al calcio giocato. Paolo Bargiggia ci ha spiegato come non si debba aver paura di esprimere ciò che si pensa, a patto che ci sia uno studio autorevole alla base delle nostre teoria. Ecco perché ha ribadito il suo pensiero sulla telecronaca troppo ultrà di Fabio Caressa e le seconde voci: “È penoso vedere giornalisti sportivi che si fanno megafono del pensiero unico, le seconde voci invece sembrano siano quasi pagate a parole”. E ancora la polemica dell’inginocchiamento, la serie A color arcobaleno, la Rai "inascoltabile" e la politica. Paolo Bargiggia ci ha detto una cosa: “Voterò la Meloni, è la più coerente”. E tra Fedez al Primo Maggio e un possibile coming out dei calciatori omosessuali ci ha parlato di una “dittatura mascherata da democrazia”.

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Domanda secca: Federico Chiesa dal primo minuto?
Chiesa e Locatelli sì, Pessina a gara in corso. Verratti ha giocato male, ha sofferto il pressing. Berardi ha giocato bene la prima partita ma credo che scivolerà in panchina. È una chiave di lettura che ci può stare sulla sua continuità, ma in queste partite secche quando entra qualcuno è perché ne hai bisogno. Io giocherei con i migliori, piuttosto lo sostituisco dopo. Anche perché non solo il Belgio ha vinto il primo tempo, ma c’è anche un aspetto psicologico. Chiesa è esaltato, è straripante, Berardi l’ho visto spento sul piano fisico. 

In questi giorni c’è stata la polemica dell’Italia che si inginocchierà se lo faranno le altre squadre, che ne pensi? 
Io trovo in generale una follia l’inginocchiamento perché rappresenta tutto un mondo attuale ipocrita dove questi gesti non servono a niente nel concreto e creano delle contrapposizioni e divisioni. Non servono a cambiare eventuali culture di discriminazione. La scelta dell’Italia di farlo perché lo fanno gli altri la trovo ridicola. È diventata una dittatura del pensiero unico, obblighi a fare determinate cose, sennò vieni bandito ed etichettato. Una cosa che vuole essere democratica, alla fine è la cosa meno democratica di questo mondo ipocrita. 

Un po’ come quello successo con la Lega Serie A in questi giorni?
La Lega di Serie A ha messo il logo l’arcobaleno del Pride ovunque però non nei social che si interfacciano con i social arabi perché questi si incazzano e non ti danno soldi per le coppe e supercoppe. Non prendiamoci in giro, io sono contrario a queste cose. L’abbiamo resa una barzelletta, è una cosa che viene strumentalizzata al punto che se la fai ti senti a posto con la tua coscienza. Il bene si fa in un altro modo, non è seria una cosa così. È una follia doppia perché allora la personalità della Nazionale quale è?

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Cosa ne pensi dei commenti delle partite in televisione?
Secondo me il vero dramma peggio delle telecronache in generale sono le secondo voci. Sono una piaga, tolgono atmosfera, poesia, ambiente e riflessioni alla partita. È un continuo vociare, nella maggior parte dei casi si sovrappongono al telecronista per dire poi delle banalità pazzesche. Se fossi un direttore di una testata televisiva le secondi voci dopo decenni e decenni le toglierei. La Rai la conosciamo, sono stato molto criticato per un tweet su Caressa, tu non devi fare l’ultrà per un gol annullato.

La Germania ha detto di preferire le telecronache soporifere della Rai che quelle di Caressa…
Lo ribadisco. È penoso vedere giornalisti sportivi che si fanno megafono del pensiero unico e dicono la Nazionale che vogliamo è quella che si inginocchia.

Faccio l’avvocato del diavolo, io italiano vorrei sentire una telecronaca che penda a favore della mia Nazionale…
Ma ci sta quello, però devi salvare la cultura sportiva e non fare l’ultrà in telecronaca. Se esulti per un gol annullato in fuorigioco tu che fai il giornalista dovrai veicolare comunque un messaggio di sportività. È chiaro che dipende molto dalla cultura di un paese, le telecronache sudamericane sono urla continue. Io sono più per una cultura anglosassone dove c’è partecipazione ma un minimo di distacco personale. Esasperando questo concetto, negli anni ha perso di credibilità e autorevolezza perché ci sono sempre più giornalisti-tifosi nelle televisioni che sputtanano questa professione.

Nel calcio sudamericano, tu dici, esultano per entrambe le squadre ecco…
Ma la cultura loro è quella. Noi stiamo vedendo delle cose abbastanza squalificanti tra seconde voci prolisse e inutili. C’è un’invasione, sembra quasi siano pagati a parole. Ovviamente non è così, tutti hanno questa cosa. Nessuno o pochi ti portano davvero quello per cui sono pagati, ossia far vedere all’utente medio quello che non vede, oramai hanno perso il controllo. È diventata una gara a chi parla di più. Non parliamo poi della Rai che è diventata una serra inascoltabile.

Tra le varie risposte al tweet su Caressa c’è stata anche quella di Paolo Beltramo…
Era il mio collega di quando facevamo a Mediaset i motori, no, non l’ho vista che ha detto? Mi arriva talmente tanta roba che non me ne sono accorto.

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Te la leggo in diretta, “Ha detto che sei un fascista iscritto a Casapound e ti dovresti vergognare”
Intanto io non sono di Casapound, voglio dire, buttarla in politica quando si parla di sport mi sembra ridicolo. Che devo dirgli, a lui va bene così contento lui, contenti tutti. Sono dell’idea che quando lavori bene ti arrivano sempre posizioni contrarie perché dai fastidio, se fai 0-0 nessuno ti teme. Nel mio caso credo sia diverso, Paolo Beltramo non mi rappresenta nulla. Mi fa tenerezza, ridere, è la caricatura di se stesso. Se non ha argomenti e la butta in politica vuol dire che è bollito completamente, stavo parlando di Caressa su una partita dell’Italia, che cazzo c’entrava.

Qualcuno però ha condiviso il tuo pensiero…
Sì ma troppo pochi, purtroppo in Italia non c’è cultura. Non capiscono che un giornalista è diverso da un tifoso che vede la partita alla televisione. È per quello che la nostra professione è alla deriva, tutto è orizzontale, non c’è merito. Una volta la gente non si sarebbe mai sognata di prendere posizioni contro professionisti con trent’anni di carriera alle spalle.

Voglio punzecchiarti, se non ti piace la telecronaca Caressa allora nemmeno quella di Guido Meda…
Ti faccio una premessa, con Guido Meda ho lavorato e lo considero un bravissimo professionista. Ma sono ancora più onesto, le telecronache della MotoGP non le sento perché non mi piacciono. Credo che dopo Ciclismo e Formula 1 sia lo sport che mi annoia di più. È un fenomeno diverso, perché un conto è tifare per qualcuno, un altro è tifare contro qualcuno. Odio in generale i giornalisti-tifosi che fanno gli amici degli sportivi. Tipica cultura italiana dove si è sempre proni di fronte a qualcuno di importante, sembra che lavori per lui e non per la gente. Chi fa così è più un ufficio stampa. Ammetto che Meda non lo sento, so che è molto empatico e carico però se fanno così sono più da ufficio stampa.

Cambiamo argomento, politica. Come la vedi l’ascesa della Meloni?
La Meloni credo che avrà il mio voto quando andremo alle prossime elezioni.

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E il Movimento 5 Stelle?
Una tragedia del Paese. Praticamente in questo degrado morale e in questa mancanza di meritocrazia di questi anni ci hanno fatto precipitare in un burrone profondissimo. Non hanno mai fatto nessuna scelta di coerenza politica, anche se ce n’è poca e il politico più coerente, per l’appunto, è Giorgia Meloni. A prescindere dalle posizioni, anche perché non sono un fanatico di tutta la destra.

Quindi Salvini immagino tu non lo apprezzi…
Anche lui non mi piace, è un intercettatore dei gusti della gente. Se domani scopre che bisogna spingere il gelato alla Nutella lo fa, se tra un mese andrà quello alla vaniglia mangerà il gelato alla vaniglia. Vedo solo opportunismo. Penso che un livello così basso e imbarazzante in una classe politica così non l’abbia mai visto.

Provocazione, Fedez leader del PD ce lo vedi?
Lui è il leader del Mainstream, del politicamente corretto. Credo che però non abbia interesse a buttarsi in quel campo. Siccome adesso va tutto sull’inclusione, il laicisimo, LGBT, lui allora fa tutta quella roba. Tutti ‘sti frontman di questo periodo sono del cazzo, delle cause perse. Non vedi mai che fanno battaglie davanti a una fabbrica che chiude o vanno ad aiutare le persone. Cavalcano il pensiero unico, uno che va sul palco del Primo Maggio con le unghie pitturate e parla di tutto, ma non dei diritti dei lavoratori e degli italiani che stanno male, per me non vale assolutamente un cazzo.

Non credi che sia il momento che qualche calciatore in attività si dichiari omosessuale?
Ma perché deve essere il momento? Perché vogliamo obbligare la gente? Ma saranno cazzi loro. Non è questione di calciatore, uno fa quello che si sente, non lo trovo giusto. Non dobbiamo dire loro cosa devono fare. Facendo così diventa una dittatura mascherata da democrazia.

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