Gli ultimi giri del GP di Silverstone valevano il prezzo del biglietto. Bagnaia in fuga da metà gara, Vinales che torna veloce e svernicia Jack Miller puntando il bersaglio grosso: fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile. Su quel circuito tecnico e veloce c’erano due case italiane a giocarsi il primo posto mentre le giapponesi, potere e tradizione, arrancavano tra dubbi e incertezze. Anche KTM, che i mezzi li ha e gli sponsor pure, sembra vagare nel limbo, a testimonianza di quanto sia difficile trovare la quadra in un campionato come la MotoGP.
Ducati ai piani alti del motomondiale ci è arrivata da tempo, Aprilia sta cominciando a piantarci la tenda da un anno, quando (proprio a Silverstone) Aleix Espargarò ha cominciato a salire sul podio. Vedere queste due case in guerra tecnica e tecnologica fa solo piacere: è una gara a chi inventa di più, a chi va più forte, a chi gestisce meglio. Se Vinales ed Espargarò riusciranno a diventare ospiti fissi della top 5, di confronti ne vedremo sempre di più. E sarà a dir poco spettacolare vedere chi ha più trazione in uscita di curva, quale moto riesce a tenere la traiettoria migliore, chi accelera più forte. Un primo confronto ce lo regala Miguel Oliveira, reduce da un buon sesto posto dopo essere partito dalla 13° casella: “L’Aprilia va molto forte in curva, questo è certo. Ed ha una grande velocità. In gara, comunque, le differenze tra le moto sono più equilibrate che su di un solo giro. Ora l'Aprilia sembra una moto impeccabile, forse un po' più stabile della Ducati". Lui, completamente disinteressato al tema, ha parlato soltanto in termini tecnici. O, forse, il mercato piloti non ha ancora finito di stupirci.