“Prima di Monza, eravamo un po’ cauti ma ora possiamo vedere che la McLaren può competere su circuiti in cui l’anno scorso non eravamo competitivi. Abbiamo un pacchetto molto competitivo e questa potrebbe rivelarsi un’arma molto importante in particolare per Lando nella corsa al campionato”. Sebbene sino all’alba dell’appuntamento italiano gli occhi di Mclaren erano puntati al solo titolo costruttori, quanto affermato da Andrea Stella, team principal della scuderia di Woking dopo l’ultimo GP stagionale, ha rilanciato l’ambizione anche al campionato piloti, ormai non più una chimera come nella prima parte di stagione, soprattutto visto il periodo nero della RedBull. D’altronde, guardando al quadro oggettivo, la Mclaren si è affermata come la miglior vettura della griglia a partire dall’appuntamento americano di Miami che, oltre a permettere a Lando Norris di conquistare la prima vittoria in carriera, è valso anche un secondo turning point per il team color papaya, da quel momento in costante lotta per il vertice grazie alla capacità di portare aggiornamenti in grado di ridurre di volta in volta il gap dalla vetta.
Uno stato di forma che, però, non è sempre stato massimizzato, complici errori sia da parte del team che da parte dello stesso Norris: al primo vanno imputate spesso decisioni frettolose, testimoniate dalle stesse parole del team principal Stella che, più volte, ha sottolineato come sebbene una vettura al top, la squadra abbia bisogno di continuare a crescere; al secondo, invece, delle partenze e dei primi giri non sempre perfetti, errori in cui Lando non può più incappare se l’obiettivo è quello di c’entrare il primo titolo in carriera. Dunque, questi i motivi per cui, nonostante lo strapotere degli ultimi appuntamenti, da Miami Mclaren vanta solo due vittorie, quella dell’Hungaroring conquistata da Piastri e quella di Zandvoort da Norris.
Un bottino troppo magro rispetto ai lampi fatti vedere tra una sessione e l’altra che, inoltre, non ha ancora permesso il sorpasso ai danni di RedBull nella classifica costruttori, sebbene per quest’ultima sembri iniziato un tracollo senza precedenti, tanto da mettere in discussione persino il titolo piloti, uno scenario inimmaginabile ad inizio stagione.
Da qui l’esigenza di un cambio anche nelle “Papaya Rules”, le regole di condotta a cui più volte si è fatto riferimento sia durante che a seguito di Monza: “Le ‘Papaya rules’ -afferma Andrea Stella- hanno a che fare con l’obbligo per i nostri piloti di gareggiare senza correre rischi e con rispetto reciproco, senza contatti tra le nostre due macchine. [..]”
Se sino ad ora, complice i tanti appuntamenti mancanti e un Piastri che in più occasioni ha dimostrato di poter eguagliare il compagno di squadra, la libertà di giocarsela è stata la chiave di lettura della gestione dei piloti del team inglese, all’alba del GP dell’Azerbaijan un cambio di rotta è stato confermato dagli stessi membri del team, su tutti lo stesso team principal Stella: “Da adesso sposteremo il nostro supporto più su Lando, ma vogliamo farlo senza compromettere in maniera eccessiva i nostri principi. E i nostri principi dicono che l’interesse della squadra viene prima di tutto. La sportività per noi è un valore importante e vogliamo assicurarci di essere corretti con entrambi i nostri piloti”.
Uno scenario confermato anche dallo stesso Norris, che però ha precisato come il suo obiettivo sia quello di vincere dimostrando di essere il migliore e non solo per via di decisioni prese a tavolino, pur ammettendo che in determinate situazioni, il supporto di Piastri potrebbe rivelarsi importante per la lotta al titolo: “Se (Oscar) si dovesse trovare nella posizione di meritare una vittoria credo sia giusto che si aggiudichi la gara ma potrebbe essere un aiuto comunque importante fare il possibile se ci dovessimo trovare in altre posizioni”. A otto gare dal termine -a cui vanno aggiunte 3 sprint- e con ancora più di duecento punti da assegnare a fronte dei soli 62 di distacco tra Max Verstappen e Lando Norris, la scuderia papaya non può più permettersi di lasciare punti agli avversari e da qui la volontà di Stella di un maggiore supporto a Norris, considerato come l’unico in grado di assediare la vetta del mondiale piloti.
Una scalata complicata, che però vede ora l’opportunità più concreta per ridurre il distacco tra i due piloti: RedBull, ora in crisi, ha dichiarato che ad Austin introdurrà degli aggiornamenti che mirano a ritrovare la competitività perduta mentre Mclaren gode ora della miglior macchina sulla griglia: Baku e Singapore saranno dunque due occasioni da cogliere al volo se si vogliono agguantare due titoli che mancano ormai da anni, rispettivamente quello costruttori dal 1998 e quello piloti dal 2008, anno del primo titolo in F1 di Lewis Hamilton. Infine, se per il mondiale costruttori sembra quasi cosa fatta, per agguantare quello piloti servirà essere perfetti, a fronte soprattutto di una griglia che mai come nell’ultimo periodo si è resa protagonista di lotte serrate e distacchi ridotti al millesimo. L’unica in grado di creare un gap è proprio Mclaren, obbligata a vincere e forse, finalmente, anche a “convincere” insieme allo stesso Norris, aldilà di qualsiasi “Papaya Rules”.