La Formula Uno è un mondo che corre veloce e, seppur ancora dietro l’angolo, la gioia per la vittoria a Monza e l’aria di festa che riempiva il box della Ferrari sono già un lontano ricordo. Un ricordo in quanto, dopo aver celebrato un successo che mancava dal lontano 2019, la mente di piloti, ingegneri e membri dello staff si è spostata a Baku, round che segnerà il ritorno della massima serie fuori Europa, un appuntamento importante per comprendere se le gerarchie che hanno caratterizzato gli ultimi gran premi affrontati siano confermate o nuovamente ribaltate. Così come ad essere confermate dovranno essere le aspettative di Ferrari, specie se si considera il grande pacchetto evolutivo fatto debuttare in Italia con l’obiettivo di correggere il comportamento di una vettura che, sino ad ora, non ha ancora espresso a pieno il proprio potenziale. Infatti, nonostante quest’anno siano arrivate già tre vittorie e molteplici podi, soprattutto a partire dal round di Barcellona, troppe volte la prestazione mostrata è stata altalenante, impedendo ai piloti di lottare ad armi pari con i propri avversari, su tutti la Mclaren, artefice invece di un percorso l’ha vista affermarsi come la scuderia più in palla del lotto.
C’è inoltre da sfruttare il momento no di Red Bull, tra tutte forse la squadra più in difficoltà al momento: sebbene ripetere il 2023 sarebbe stato difficile, la scuderia con sede a Milton Keynes sta vivendo un vero e proprio tracollo, tanto da mettere in discussione non solo il mondiale costruttori, sempre più un obiettivo lontano, quanto anche la corona di Max Verstappen. Un’opportunità per chi insegue, che la scuderia di Maranello non dovrà farsi scappare.
Guardando poi alla storia di Baku, questa parrebbe essere una pista “amica” di Ferrari e, viste le prestazioni sfoderate sin dal suo esordio, di Charles Leclerc: il monegasco infatti, salvo l’errore al castello nel corso delle qualifiche del 2019 con tanto di “i’m stupid” via radio, sul cittadino atipico dell’Azerbaijan ha conquistato i primi punti della sua carriera in Formula 1, così come ben 4 pole consecutive, un filotto iniziato nel 2021 e reso ancor più speciale se si considera come la prima delle partenze al palo sia stata messa a segno con la la SF21, da tutti ricordata soprattutto per la scarsissima competitività. Baku però, ancor prima di arrivare in F1, aveva già consacrato Leclerc, nel 2017, quando, ancora un pilota di F2 e pochi giorni dopo la morte di papà Hervè, Charles ne onorò la memoria con pole, vittoria e giro veloce in gara 1, una prestazione certamente impressionante, specie per un ragazzo allora ventenne.
Al netto della storia però, anche le caratteristiche della SF24 sembrano sposarsi bene con il tracciato azero, sebbene vada sicuramente trovato il giusto bilanciamento in quanto, come sottolineato in precedenza, si tratta di un cittadino abbastanza atipico, caratterizzato non solo da sezioni lente, ma anche da altre molto veloci, specie se si considera la parte finale del terzo settore e il lungo rettifilo del traguardo. Riuscire ad armonizzare il tutto sarà fondamentale, anche alla luce di quanto negli ultimi round la parte alta della griglia si sia compattata, con dei valori in campo spesso mescolati anche in base ai circuiti che si sono susseguiti nel calendario. Dunque, gli ingredienti per mettere a segno un’ottima prestazione parrebbero esserci tutti, importante per continuare a lottare al vertice e lasciarsi definitivamente alle spalle quanto visto tra Montreal e Zandvoort, dove, sebbene i podi messi a segno, quanto mostrato in pista non è stato certamente all’altezza degli avversari.