“Con Pecco non siamo in disaccordo”. Davide Tardozzi l’ha ripetuto più e più volte nello spazio ristrettissimo di una brevissima intervista. Circostanza? Forse un po’, ma anche consapevolezza che un Pecco Bagnaia così in difficoltà rischia di essere un problema veramente grosso in chiave futura. Non tanto per la figura che Ducati rimedia, non tanto per il fastidio di dover giustificare un pilota che va fortissimo e uno che, invece, fa una fatica terribile. E nemmeno per la necessità di spiegare video che circolano e che raccontano in maniera inequivocabile che la Desmosedici con il 63 sul cupolino è inguidabile. Sì, paradossalmente il problema di Ducati in ottica futura rischia di essere proprio Marc Marquez. Perché è chiaro che, per quello che si sta vedendo e per la piega che ha preso la situazione, potrebbe ritrovarsi in mano un potere quasi assoluto. In una posizione di forza che poi, visti i precedenti, possono farti fare la fine della Honda.

Ok, il messaggio è forte e la provocazione è cattivella, ma Ducati, adesso, ha molto più bisogno di pecco Bagnaia di quanto Pecco Bagnaia possa averne di Ducati. Perché ha un contratto importante e, male che andrà, guadagnerà una gran bella cifra anche nel 2026, con in più la consapevolezza in tasca che un tre volte campione del mondo non avrebbe certo problemi a trovare una sella, e un ingaggio importante, per almeno un paio d’anni oltre il 2026. Ducati, invece, almeno nella narrazione che ne esce, è rimasta “solo” con Marc Marquez. Sicuramente quel “solo” è, in realtà, un “tantissimo”, visto che il nove volte campione del mondo s’è dimostrato di gran lunga, e ancora, una spanna sopra a chiunque altro per talento e capacità di adeguarsi a qualsiasi condizione e a ogni stile di guida richiesto dalla moto, ma questo fa sì che a breve, quando ci sarà da mettersi seduti per discutere un eventuale rinnovo, Ducati rischia di ritrovarsi nella necessità di dire “sì” a tutto. Sapendo, inoltre, che altri _ Honda su tutti – potrebbero mettere sul piatto ingaggi che Ducati non potrebbe permettersi. Marc Marquez, sia inteso, ha già dimostrato che i soldi sono l’ultimo dei suoi problemi, ma in cambio dei “meno soldi che altri sborserebbero” potrebbe porre condizioni non in linea con il futuro oltre Marquez che invece Ducati aveva pianificato. Chiamatela forza contrattuale, chiamatela posizione di forza o, se volete, anche consapevolezza di poter chiedere tutto, ma adesso più che mai Ducati sta scoprendo di avere bisogno di Pecco Bagnaia. E non più, come hanno detto fino a oggi secondo il messaggio che è passato, solo il dovere di aiutarlo.

Tanto che a Sepang, secondo le indiscrezioni che circolano, quelli di Borgo Panigale, in accordo con Pecco, potrebbero tentare una strada che Bagnaia indica da sempre e che, invece, è rimasta inesplorata in questo 2025 per cercare di fargli sentire la Desmosedici come “la sua Desmosedici”. Una sorta di “Motegi atto secondo”, quindi, ma più strutturato. E lo stesso Davide Tardozzi, proprio nell’intervista in cui ha più volte ribadito che tra Ducati e Pecco non ci sono spaccature, ha anche lasciato intendere che dietro le indiscrezioni potrebbe esserci una concreta verità.
“Non ci sono disaccordi tra noi – ha infatti detto Tardozzi - abbiamo parlato in modo costruttivo dopo la gara su cosa fare a Sepang e abbiamo alcune idee. Sì, abbiamo alcune idee che Gigi Dall'Igna e Riccardo Savin, il responsabile telai di Ducati Corse, che è una persona molto capace, studieranno nei prossimi giorni. Penso che proveremo qualcosa per la Malesia: non so se troveremo una soluzione, ma ho sempre grande fiducia nei nostri tecnici e in Pecco. La nostra unica preoccupazione è aiutare Pecco, sappiamo perfettamente che la concorrenza è agguerrita, che Aprilia e gli altri marchi sono cresciuti, ma la nostra priorità è assolutamente Pecco”. Non solo aiutarlo, ma anche fare in modo – proprio aiutando Pecco – che l’impressionante forza contrattuale che può avere Marc Marquez adesso, a pochi mesi da quando si comincerà a discutere un eventuale rinnovo, possa essere un pochino ridimensionata, così da non andare alla trattativa direttamente a braccia alzate.