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Le porte aperte di Carlos Sainz: tra il sogno Red Bull, la certezza Audi e quell'ipotesi Mercedes...

  • di Alice Lomolino

22 aprile 2024

Le porte aperte di Carlos Sainz: tra il sogno Red Bull, la certezza Audi e quell'ipotesi Mercedes...
L’indiscrezione che vedrebbe Sainz molto vicino alla Mercedes continua a farsi sentire mentre, tra Red Bull e Audi, le opzioni dello spagnolo continuano a cambiare. Ma che cosa dovrebbe scegliere oggi Sainz per il suo futuro? Avrà senso scommettere su Mercedes? Vediamolo insieme

di Alice Lomolino

Carlos Sainz è l’uomo del momento del mercato piloti e le ultime indiscrezioni lo prefigurano nella lista dei papabili per sostituire Lewis Hamilton in Mercedes il prossimo anno, ma la scuderia di Brackley sarebbe davvero la scelta giusta per lo spagnolo? A corteggiare “El Matador” c’è anche Sauber, che sarà Audi dal 2026, mentre sembrano essersi raffreddati i contatti con Red Bull, che deve gestire Verstappen e capire cosa fare con Perez a fine anno. Emblematica in tal senso una frase pronunciata da Helmut Marko che, ammettendo delle discussioni preliminari con lo spagnolo, ha però spiegato che Sainz avrebbe al momento "una proposta da Audi ineguagliabile per Red Bull". Sainz è quindi tra tre fuochi: lusingato dal marchio Audi ampiamente conosciuto in famiglia, affascinato da una scuderia vincente come quella Mercedes e dubbioso sulla possibilità - complicata ma dolcissima - di un passaggio in Red Bull. 

Un eventuale passaggio in Audi rappresenterebbe un vero e proprio azzardo come quello che Hamilton fece a suo tempo dopo l’addio alla McLaren. Una scommessa vincente quella del pilota inglese che contro ogni pronostico ha vinto e scritto la storia del motorsport con il team di Brackley. Di tutt’altra natura sarebbe quella di Sainz, che si ritroverebbe sicuramente al centro dei progetti del team, ma pur sempre in una scuderia del tutto estranea ai nuovi meccanismi della Formula 1 e a gareggiare con dei competitor molto più esperti in materia. Nel caso di un suo passaggio con le frecce d’argento, invece, si troverebbe nella posizione di dover rilanciare una scuderia orfana del suo campione, ma pur sempre rispettata e riconosciuta all’interno del Circus, nella quale sono passati campioni e manager di altissimo valore. Resta da capire il tipo di prestazioni che la monoposto potrebbe offrire nel 2025, attualmente verrebbe da dire non delle migliori visti i recenti risultati. Tuttavia, la Formula 1 nel 2026 sarà protagonista di una grande rivoluzione che potrebbe rimescolare le carte in tavola e considerando che la Mercedes è motorista si sarà senz’altro portata avanti con i lavori per essere competitiva sin da subito.

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Alla luce di ciò, la questione piloti per il 2025 in casa Mercedes è sicuramente di grande importanza, ma forse non primaria viste le prestazioni in pista. Per la scuderia anglo-tedesca l’anno non è iniziato nel migliore dei modi e l’addio di Hamilton non sembra esserne stata la causa scatenante. Nei primi quattro GP fin ora disputati la scuderia di Brackley ha incassato una serie di sconfitte sonanti, alternando dichiarazioni di cauto ottimismo a panico totale.

Nell’ultimo weekend di gara a Suzuka, il sette volte iridato delle frecce d’argento aveva esordito dopo le prove libere parlando del miglior inizio di weekend della stagione per poi ritrovarsi molto lontano dal podio. Anche per Toto Wolff con una qualifica migliore il team avrebbe potuto puntare al podio. Una dichiarazione in parte vera se ci si riferisce ai tempi delle due vetture verso la fine della gara, ma che lascia comunque dei dubbi in merito al passo gara. Sempre in Giappone il team principal della Mercedes aveva fatto notare dei dati molti singoli raccolti dal suo team: “Con i nostri sensori e le celle di pressione misuriamo il carico aerodinamico. Ci dicono che rispetto all’anno scorso in una specifica curva abbiamo 70 punti di carico aerodinamico in più. In termini di tempo sul giro però, non andiamo un solo chilometro orario più veloci. Non ha alcun senso. Qual è il fattore limitante?”. I numeri citati da Wolff dovrebbero corrispondere un aumento del carico aerodinamico del 20-25% rispetto alla vettura precedente, che si tradurrebbero in un guadagno di sei decimi a giro, ma la realtà è che in Australia la migliore delle Mercedes in pista è risultata più lenta della monoposto del 2023.

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I dati contrastanti della W15, in crisi nei tratti veloci dell’Arabia Saudita e al pari della Red Bull nelle curve di Suzuka, dimostra quanto a Brackley si ancora lavoro da fare per capire questa terza generazione di vetture effetto suolo, oggetti misteriosi difficili da comprendere e maneggiare per gli ingegneri, i piloti e anche per il team principal. Il mancato impatto positivo delle modifiche apportate sulle monoposto e le gare mal gestite dal punto di vista strategico, non fanno altro che aumentare il divario nella classifica costruttori con il terzo posto occupato dalla McLaren che per il momento ammonta a trentacinque punti. Un fattore non meno importante è il passaggio di numerosi ingegneri alle scuderie concorrenti: tra gli ultimi Jerome d’Ambrosio e Loic Serra.

L’aria di crisi in casa Mercedes era evidente già da tempo e i risultati poco incoraggianti hanno reso la situazione ancora più evidente. Un contesto che ricorda quello vissuto dalla Ferrari non troppo tempo fa sotto la guida di Binotto. L’arrivo di Sainz riuscirebbe a rilanciare le frecce d’argento nella lotta per il primo posto?

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