Si dice che le vie del Signore siano infinite e quando sei un otto volte campione del mondo, oltre che uno tra i migliori piloti mai passati sulla Terra, lo sono per davvero. Marc Marquez lo sa e, giustamente, se ne approfitta: con un accordo in scadenza a dicembre 2024 con Honda - e la possibilità di liberarsi anzitempo - sono ormai settimane che i giornali trattano tutti i possibili scenari futuri per lo spagnolo che nel frattempo, anziché esserne infastidito, se la gode da spettatore di lusso, addirittura scherzando sui social e gettando quanta più benzina possibile sul fuoco.
Ecco, dunque, che per Marquez potrebbe iniziare nuovo ciclo. Marc è stato un eterno bambino, poi è cresciuto in qualche centesimo di secondo a Jerez nel 2020. Lì è diventato adulto e si è dovuto confrontare con la fragilità dell’essere umano, con i problemi di una moto che non era più un’estensione naturale del suo corpo e del suo istinto, al punto che oggi si trova a un bivio, incerto sul da farsi per la prossima stagione - o almeno così dice lui.
Così ecco che le vie percorribili dallo spagnolo non sono più infinite, anzi, potrebbero essere ridotte a un numero ben preciso: due. A dirlo è stato lo stesso Marc Marquez in seguito ai test di Misano: “Ho tre opzioni: la A, la B e la C”. Restano, chiaramente, Honda e Ducati. Il grosso punto interrogativo, che magari sarà soltanto un’occasione mancata, si chiama KTM: un’opzione interessante, d’altronde parliamo di una casa in costante crescita dal suo ingresso in MotoGP, con alle spalle una proprietà solida e un main sponsor d’eccezione, Red Bull, che potrebbe pesare sia sulle decisioni del team austriaco che sull’ingaggio del pilota. Uno scenario idilliaco, se solo KTM non si trovasse già alle prese con un gioco delle sedie in cui uno dei cinque piloti attualmente sotto contratto si troverà costretto a seguire la stagione 2024 dal divano di casa o, al massimo, come tester, per lasciar spazio a Pedro Acosta in arrivo dalla Moto2.
Rimangono quindi le due strade di cui sopra: rimanere in Honda oppure andare in Ducati, nel Team Gresini. Con Ducati Lenovo e VR46 già apparecchiate per la prossima stagione, l’annuncio di Franco Morbidelli al Team Pramac, infatti, chiude definitivamente le porte del team di Paolo Campinoti, che pure si era fatto ingolosire parecchio dalla vicenda Marquez.
Nel team di famiglia Gresini, inoltre, Marc andrebbe a condividere nuovamente il box con il fratello Alex - era successo proprio nel 2020 - creando un connubio con Ducati potenzialmente molto pericoloso per il resto della griglia. Per quanto bello e intrigante, tuttavia, siamo più alla mera suggestione che alla realtà dei fatti. È indubbio che da un fuoriclasse come Marc Marquez si potrebbero ricavare dati importanti per lo sviluppo, ma in caso di lotta per il campionato come reagirebbe a eventuali ordini di squadra? Come si comporterebbe in un confronto diretto con un altro pilota Ducati? Difficile immaginarselo a fare il gregario se in palio ci fosse la possibilità di imporsi. Infine, che Gresini non ha in nessun caso la possibilità di offrire a Marc un ingaggio anche lontanamente comparabile a quello che lo spagnolo percepisce con HRC (si parla di 12 milioni a stagione) quindi correrebbe esclusivamente per il risultato sportivo e a cercarsi in fretta un’altra sistemazione per il 2025, che a quel punto potrebbe davvero essere KTM.
L’ultima spiaggia, che puoi è la prima delle opzioni per Marc, sarebbe la permanenza in Honda, che in fin dei conti potrebbe essere anche (da sempre) l’opzione più quotata dall’8 volte iridato. Sì, perché tutta questa apparente diatriba tra il 93 e la casa giapponese potrebbe trattarsi di una messinscena da parte dello spagnolo per ottenere garanzie di sviluppo, cosa che Honda sembra aver recepito: a Misano i vertici dell’azienda si sono palesati all’interno del box, arrivando a organizzare persino un incontro privato tra il pilota e Shiniji Aoyama, numero due di Honda Motor. Ma c’è dell'altro: da diversi giorni circolano voci su un forte interessamento dal Giappone per Gigi Dall’Igna. La mente dietro al successo della Ducati non lascerebbe certo facilmente il team italiano, ma una sfida estremamente intrigante e, soprattutto, una proposta economica gargantuesca potrebbero fargli cambiare idea: l’acquisizione di Dall’Igna, oltre al know- how che porterebbe con sé, comporterebbe anche una piccola rivoluzione a Borgo Panigale, che si troverebbe privata di una delle sue pedine più importanti. Il problema? Honda si è mossa molto ma ha portato a casa poco: i test non sono stati soddisfacenti per Marc e lui ha spiegato chiaramente che di tempo da perdere, a trent’anni, non ne ha più.