Dall’inizio dell’anno sono stati pochi i turni che hanno visto un pilota diverso da Marc Marquez in testa alla classifica dei tempi. In Argentina soltanto Alex Marquez nelle FP2, in Texas solo Franco Morbidelli nel primo turno. Gli altri circuiti hanno una media simile. Oggi, nel venerdì di Jerez de la Frontera, a chiudere davanti a tutti è Alex Marquez, velocissimo dalla mattina al punto da prodursi in due cadute (una delle due piuttosto violenta) per poi far segnare il nuovo record del circuito a fine giornata, un 1:35.991 che lo rende anche il primo uomo della storia a scendere sotto il ’36 con una moto a Jerez. Confidenza, tanta da permettergli di rischiare. Gli altri, comunque, non sono lontani: Pecco Bagnaia è secondo a un niente, Franco Morbidelli terzo poco più in là. Quarto, invece, Marc Marquez, estremamente concreto nel passo gara ma un po’ in difficoltà - rispetto ai suoi standard, non in senso assoluto - per via di un circuito più stretto rispetto a quelli in cui si è corso fino ad ora. Bello poi vedere il 5° posto di un Fabio Quartararo veloce e feroce con la moto, gli avversari e il cronometro.

Di fatto, tra i momenti che hanno segnato il turno del pomeriggio c’è quando in testa alla classifica c’erano tre italiani: Bagnaia, Morbidelli e Bezzecchi. A quest’ultimo però non è bastato: “Ho trovato qualche bandiera gialla nel secondo time attack e non ho potuto provare a migliorarmi”, ci ha raccontato Marco più tardi. “Per entrare in Q2 avrei dovuto fare un decimo meglio. Qualche miglioramento c’è stato ma siamo ancora lontani”. Obiettivo, chiaramente, entrare in Q2. Ma la parte migliore è tra gli altri due.
Il giorno prima, in conferenza stampa, un giornalista spagnolo aveva parlato della costante collaborazione fra i fratelli Marquéz, suggerendo a Morbidelli e a Bagnaia di fare lo stesso: loro si aiutano con la scia, voi siete molto amici e potreste fare lo stesso. “Ti abbiamo ascoltato”, dice quindi Morbidelli al collega spagnolo, Manuel Pecino, a proposito della tripletta di italiani. “Ieri ne abbiamo parlato e oggi è successo, abbiamo avuto la stessa idea. Puoi fare un primo time attack con un riferimento e aiuta sempre, la scia aiuta sempre ed è molto importante anche il primo tentativo, metterti in una buona posizione ti permette di avere più margine e se trovi delle bandiere gialle ne soffri meno. È importante il primo, anche se quello in cui fai davvero il tempo è il secondo”.
Così chiediamo a Franco se lo faranno anche in qualifica, magari per il primo tentativo. “Ne pareremo. Ne parleremo con Manuel (il giornalista, ndr) e poi vedremo”. Risate. Ma nelle parole di Franco c’è pure una mezza notizia, perché introdurre una sorta di collaborazione tra piloti, esattamente come fanno i fratelli Marquez da inizio stagione, potrebbe cambiare un po’ la logica di alcuni momenti fondamentali nel weekend di gara, come lo sono per esempio l’ingresso in Q2 e la qualifica del sabato.

A questo punto chiediamo la stessa cosa a Pecco Bagnaia: “In realtà la cosa è stata uscire nello stesso momento. Ci siamo trovati a entrare in pista nello stesso momento e lì ovviamente non è che chiudi il gas. Mi piace sempre essere davanti in queste situazioni perché riesco a essere più incisivo, però in generale sono contento che nel primo run almeno eravamo tutti e tre dentro. Poi alla fine Bez non è riuscito a togliere quel decimo e mezzo per stare in Q2, però in generale è stato positivo per tutti”.
Franco ci prende un po’ in giro. Pecco magari fa lo stesso. Bello vederli così però, leggeri. Bello pensare alla chat WhatsApp in cui stasera si scambieranno messaggi: oh, gli ho detto che ci stiamo organizzando. E l’altro, magari: io gli ho detto di no. Risate. La certezza di entrambi che domani, quando verrà il momento della Q2, staremo tutti più attenti a vedere come usciranno nel primo run. Le corse sono anche questo, un po’ di leggerezza. E un po’ di strategia.
