Si attendeva prima di Natale, la firma sul contratto ancora bianco di Lewis Hamilton. Poi si è passati alla fine dell'anno, poi di nuovo ai primi giorni del 2021. Si è passati all'ipotesi del compleanno del campione, il 7 gennaio, data simbolica per mette il punto sul suo futuro. Ma ad oggi ancora niente. Re Lewis, fresco del settimo titolo mondiale appena conquistato, non sembra avere fretta.
La line up del 2021 in Formula 1 è quasi completa ma manca ancora il suo nome, al fianco di quello - già confermato - del compagno di squadra Valtteri Bottas. Problemi con i vertici della casa? Una questione puramente economica? O un pensiero sul ritiro che balena nella testa del britannico?
Ecco quali potrebbero essere i motivi di un ritardo che, giorno dopo giorno, fa crescere le attese e le preoccupazioni.
I soldi
Alla fine si torna sempre lì, al denaro. Prima e ultima causa di tutti i dubbi, le perplessità e le attese, soprattutto in un mondo come quello della Formula 1. Nonostante Hamilton abbia più volte detto, all'inizio della stagione, che i motivi del suo mancato rinnovo non erano da ricondurre a un problema economico, sembra proprio che il tira e molla Lewis-Mercedes stia tutto sul piano economico.
Si è parlato di varie cifre, tra indiscrezioni e smentite. Il britannico sembrava chiedere una cifra tra i 50 e i 48 milioni a stagione, poi si è passati a 40 milioni con bonus. La cifra sembra quindi scesa nel corso dei mesi, causa pandemia, ma tra i media britannici c'è chi sostiene che ai vertici della casa tedesca il comportamento di Hamilton, che non sembra mollare sulla trattativa economica, non sia piaciuto per niente.
A sorprendere, se il problema dovesse essere solo e puramente economico, è proprio la lentezza con qui queste trattative sono state gestite, come se da entrambe le parti ci fosse la piena consapevolezza del risultato finale di questo tira e molla, che terminerà comunque con la firma del britannico.
Il ruolo di Ineos e quello di Wolff
E' arrivata la secca smentita in queste ore proprio da parte dell'Amministratore Delegato di Ineos, Jim Ratcliffe: la multinazionale inglese, azionista al 33% della scuderia Mercedes, non sarà coinvolta nelle trattative per il rinnovo di Hamilton.
Per mesi si è parlato però dell'entrata in scena di questo colosso della chimica nell'universo Mercedes come di una possibile fonte di problemi per i rinnovi di Toto Wolff e Lewis Hamilton. E se Wolff, poco dopo l'annuncio di Ineos, ha confermato la sua permanenza nella scuderia tedesca (sottolineando che il suo è un impegno "a vita" con Mercedes) Lewis non è mai sembrato troppo interessato alle questioni azionarie.
Escluso quindi anche il dibattito sui movimenti della coppia Wolff-Hamilton: i due sembravano intenzionati a seguirsi a vicenda, aspettando a rinnovare per decidere insieme che vie prendere per il futuro, dentro o fuori dalla Formula 1. Toto ha però fatto sapere i suoi piani per il 2021 e quelli più a lungo termine, rispedendo la palla a Lewis.
Jim Ratcliffe ha comunque sottolineato che la trattativa con il sette volte campione del mondo è nelle mani di Wolff: "Ogni decisione sul futuro di Lewis è nelle mani di Toto".
Il ritiro
Per tutta la stagione 2020 abbiamo avuto a che fare con un Lewis Hamilton molto più riflessivo. Consapevole di se stesso, del proprio impegno sociale e forse anche più interessato a un futuro lontano dalla Formula 1. Non ha nascosto di avere piani per il post ritiro, di non voler rimanere nel mondo del motorsport ancora troppo a lungo, così come non ha mai negato di avere molte passioni oltre a quella per la velocità: la musica, la moda, ma anche la lotta per l'ambiente e per combattere il razzismo.
Un suo ritiro, a 36 anni e al top delle sue performance, sarebbe comprensibile, ma non del tutto sensato. A Lewis, che quest'anno ha scardinato quasi ogni record del mondo della Formula 1, manca un solo primato per diventare il più grande di sempre: vincere l'ottavo titolo iridato e diventare l'unico pilota della storia ad aver ottenuto questo risultato.
Considerando che nella prossima stagione le monoposto saranno molto simili a quest'anno, e che quindi la sua Mercedes sarà - senza dubbio - la macchina più veloce di tutto lo schieramento, rinunciare a un record così a portata di mano non avrebbe molto senso. Soprattutto a questo punto dell'anno, perché lascerebbe la Mercedes nelle condizioni di dover correre ai ripari, trovando in tempo zero un sostituto al campionissimo (quasi sicuramente George Russell) e ribaltando tutte le dinamiche della stagione.