“Il nostro vantaggio quest'anno è che Fabio Quartararo ha trovato fiducia e velocità” – Lin Jarvis spiega così la rinascita di Yamaha e punta tutto sul francese in vista del GP dell’Emilia Romagna a Misano Adriatico. Sarà il primo match point per riportare il mondiale ad Iwata, dopo gli anni gloriosi di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo e per mettere fine ad una “crisi” che dura da un po’. La rinascita c’è, è oggettiva e tra poco lo diranno anche i numeri, ma la differenza l’ha fatta Fabio Quartararo. Il francese sembra in uno stato di grazia assoluta e anche quando tutto gira storto riesce a metterci una pezza.
Un esempio? Quando le Michelin di Pecco Bagnaia non hanno funzionato, l’italiano è sprofondato nelle retrovie. Quando non hanno funzionato quelle di Quartararo, invece, il francese ha limitato i danni, riuscendo quasi sempre a mettere nel sacco punti importanti. E’, nell’economia di un mondiale, ciò che paga molto più di quanto, magari, possono pagare le vittorie (che sono comunque tante). Se da un lato, quindi, in casa Yamaha preparano una festa, dall’altro non si può non prendere atto che la M1 non è più la migliore del mazzo. Anche se Lin Jarvis non sembra di questo avviso: “L'anno scorso non abbiamo vinto il campionato piloti 2020 perché la nuova moto ufficiale non si è comportata come previsto – ha detto l’inglese - Inoltre, c'era il problema delle valvole. Quindi l'anno scorso abbiamo avuto due difetti con cui abbiamo dovuto fare i conti mentre in questa stagione la moto è molto più affidabile e coerente, non ha problemi particolari. E la moto ufficiale è molto, molto più competitiva rispetto allo scorso anno”.
Un modo per ribadire, quindi, che i meriti sono equamente divisi tra il pilota e la moto. Ma non è ciò che traspare all’esterno, visto che con Maverick Vinales è andata come è andata, che Valentino Rossi (seppur ormai alle prese con una stagione di saluto) non è riuscito non solo a brillare, ma neanche a mostrare qualche lampo, e che neanche gli altri che sono saliti in sella alla M1 quest’anno hanno messo nel sacco grandi risultati. Al manager inglese, oltre al doveroso elogio a Fabio Quartararo (che magari è stato un po’ anche una stoccata a chi c’era prima, vedasi Rossi e Vinales), è toccato il compito di elogiare anche una moto che, invece, rischia di fare la fine della Honda: funzionare bene nelle mani di uno solo.