Da team manager Livio Suppo ha conquistato due titoli mondiali con Casey Stoner. Il primo in Ducati, nel 2007, e il secondo con i colori Repsol HRC, nel 2012. Livio, alle redini del colosso di Asaka sezione MotoGP, è rimasto sino al termine della stagione 2017, dopo essere stato alla regia di altri quattro successi iridati, siglati Marc Marquez. Poi, per Livio, qualche anno lontano dalle corse, dal paddock, dai voli intercontinentali. Tempo in cui Livio si è dedicato ad una sua grande passione: il ciclismo. Il manager torinese, insieme all'ex campione di BMX Stefano Migliorini, ha messo in piedi un'azienda di bicilette elettriche, tutt'ora in evoluzione. All'inizio del 2022, però, la Suzuki cercava un team manager capace di amalgamare il metodo di lavoro giapponese con quello europeo. Hamamatsu, in sintesi, voleva un profilo in linea con quello di Davide Brivio, che due anni prima - nello stesso momento in cui portava il team azzurro sul tetto del mondo - accettava di portare le sue conoscenze in Formula 1.
Chi meglio di Livio Suppo per la Suzuki? Quel Suppo che aveva lavorato, e vinto, prima in un team italiano e poi in un team giapponese. Allora Livio, al quale la lontananza dai circuiti cominciava a pesare, ha abbracciato il progetto Suzuki. Nessuno sapeva, in quel momento, che il progetto fosse a corto raggio, vicino come non mai ad una precipitosa scadenza. Il ritorno di Suppo in MotoGP è durato solamente una stagione, ma Livio ha comunque messo il suo zampino su un paio di vittorie, arrivate poco prima che il team azzurro chiudesse i battenti. Poco prima che i piloti Suzuki, Rins e Mir, trovassero una sella in Honda. Qualche settimana dopo, invece, Ken Kawauchi - ingegnere Suzuki - si riallocava professionalmente proprio in HRC, come direttore tecnico.
Allora - ancora una volta - chi meglio di Livio Suppo nel prevedere se, e come, la Honda - integrando parte di Suzuki - potrà lasciarsi alle spalle la crisi senza precedenti del 2022? Chi, se non Livio Suppo, può cercare una risposta ai problemi che hanno falcidiato HRC nella passata stagione? Il direttore piemontese - collegando pista, fabbrica e agganciandosi alle recenti parole di Davide Brivio che trovate qui - esprime il suo punto di vista ai microfoni di MotoGP.com: "Ken Kawauchi era il direttore tecnico della Suzuki. Il che significa che tutti i tecnici del team dovevano inviargli i loro rapporti dopo ogni prova e ogni gara. Conduceva tutti gli incontri tecnici. Ken è molto bravo a raccogliere informazioni e riportarle alla fabbrica. In secondo luogo, ha un ottimo carattere. Penso che l'empatia in questo tipo di lavoro sia estremamente importante perché è impossibile che gli ingegneri di la pista e quelli in fabbrica condividano sempre la stessa visione. Non credo che il ruolo di Ken sarà quello di costruire una nuova moto in Honda, ma immagino che aiuterà tutti in HRC ad andare nella stessa direzione, il che è molto importante. Se tutti lavorano nella stessa direzione, capirai se è la strada giusta o no. Se le persone lavorano in direzioni opposte, allora nessuno saprà cosa è giusto e cosa è sbagliato. La moto può essere uno schifo e nessuno sa di chi è la colpa".
Infine Livio fa un passo indietro, parla della passata stagione, tentando di individuare i motivi della crisi HRC, a tratti incomprensibile: "Ora tutti i piloti nel paddock credono che la Honda non vada così bene, vero? Un anno fa, ai test precampionato e alla prima gara in Qatar, se guardi gli articoli di allora dicevano tutti Honda fosse tornata. Anche Pol Espargaro diceva ai media che con quella moto potevano lottare, che stessero andando nella giusta direzione e così via. Ma cosa è successo dopo? Com'è possibile che una moto vada dal podio in Qatar (secondo posto di Pol Espargaro in avvio di 2022, ndr), e Pol aveva il potenziale per vincere quella gara, e poi, a metà stagione, fatichi a finire tra i primi dieci? È molto strano. Onestamente, è quasi impossibile capire cosa sia successo l'anno scorso. Spero che, come amico sia di Ken che di Honda, possano salvare questa barca che ora è proprio in tempesta, in un momento molto difficile".