Jorge Lorenzo parla di Valentino Rossi in vista del suo ritiro: “Dal 2008 al 2010 – dice in occasione dello #SkyRossiDay colui che per anni ha condiviso il box con il Dottore – siamo stati la squadra più forte, senza alcun dubbio. La Yamaha vinceva il 70% delle gare e noi due abbiamo vinto questi tre titoli. Abbiamo avuto momenti tesi perché eravamo due galli nel pollaio, e quindi due personalità molto forti. Volevamo la stessa cosa, che era vincere il mondiale. Quindi rivalità molto forte, ma mi ricordo anche dei momenti molto belli. Per esempio a Le Mans 2008, dove sono arrivato con le caviglie rotte, lui ha vinto la gara, io ho fatto secondo e Colin Edwards ha fatto terzo, quindi la prima tripletta Yamaha dell’epoca moderna, e tutti lì eravamo superfelici. Io sono andato con le stampelle sul podio e lui si è messo sulle mie ginocchia per fare le foto tutti e tre”.
Lorenzo parla poi della gara di Motegi di quell’anno in cui Rossi ha vinto il mondiale: “Io ho fatto quarto quella gara e abbiamo vinto il mondiale costruttori, alle 7 di sera tornavamo da Motegi all’aeroporto di Narita. E in quelle 3-4 ore di viaggio nel pullman abbiamo festeggiato e cantato delle canzoni. Tutti eravamo molto felici, momenti che ricordo con molta stima. E poi la storia la conoscete…”
Jorge si riferisce alla rivalità tra Rossi e Marquez e in particolare allo scontro del 2015 in Argentina: “Nel Gp di Argentina loro due stavano lottando per la vittoria. C’è stato questo contatto e Marquez è caduto. Da lì in poi le relazioni tra loro sono cambiate. Poi Marquez per le sue cadute e per suoi errori quell’anno non poteva più aspirare al Mondiale. Quindi sicuramente quell’episodio in Argentina ha pesato sull’atteggiamento di entrambi in pista. Io fui beneficiato da quel duello tra loro due”.
Lorenzo rimarca poi che tra lui e Vale però c’era “rispetto assoluto. Noi due sapevamo che l’altro era fortissimo, quindi sempre rispetto. Amicizia poca perché è impossibile essere amico di uno che vuole la stessa «parte de la tarta». Eravamo entrambi molto competitivi, volevamo entrambi la stessa cosa, quindi non potevamo andare a prendere un caffè o a fare serata assieme, però stima professionalmente tantissima, rispetto moltissimo, e gli ho sempre detto che eravamo più amici quanto più lontani eravamo, quindi quando lui è andato alla Ducati la relazione era migliore e quando io sono andato alla Ducati la relazione era migliore”.