Luca Boscoscuro ha quattro moto in pista, ma il suo è un caso più unico che raro: le moto, lui che correva, le ha costruite da solo. Ogni domenica si mette contro una ventina di Kalex, sapendo di dover lavorare meglio degli altri. Per il 2022 ha messo sotto contratto Romano Fenati, un pilota con più talento che vittorie su cui scommettere non era facile. Ma Boscoscuro, che viene dalla stessa città della provincia veneta dell’ingegner Dall’Igna, è anche l’uomo che ha scommesso su Fabio Quartararo quando nessun altro lo voleva. Il francese era andato fortissimo da ragazzino, nel campionato spagnolo, per poi perdere la strada una volta arrivato alla Moto3: con Marc VDS prima e Leopard poi, team di alto profilo, non è riuscito a brillare. Una delusione che lo ha portato in Moto2 con Sito Pons, dove però le cose non sono migliorate. Con Boscoscuro invece, nel 2018, il francese ha vinto la sua prima gara e chiuso ottavo in campionato, aprendosi le porte del Team Petronas in MotoGP. Per questo abbiamo chiamato Luca, reduce da una lunga trasferta in Spagna, per farci raccontare il nuovo campione del mondo e la sua visione delle corse.
Sei l’uomo che ha riportato Fabio Quartararo a vincere. Anzi, è stato nel tuo team che ha vinto la prima gara nel motomondiale. Cosa hai visto in lui?
“Quello che Fabio ha sempre avuto è stato il talento. E quello non può sparire da un giorno all’altro. In più, quello che dico sempre è che tutti questi ragazzi, giovanissimi, hanno addosso troppa pressione. Così è facile perdere la strada. Fabio è un bravissimo ragazzo, è come lo vedi: genuino, non si monta la testa, per nulla arrogante. Ha i piedi per terra ed è anche un piacere stare con lui, sempre sorridente e con la battuta pronta. Poi è un professionista, si allena dalla mattina alla sera. Si diverte, ma questo non vuol dire non lavorare. È solo in questa maniera che raggiungi i risultati."
Hai parlato di pressioni: che idea ti sei fatto di Pedro Acosta? Anche lui è giovanissimo e si è trovato ad affrontare qualcosa che, forse, a 17 anni è difficile da gestire.
"Secondo me ha avuto un inizio di stagione in cui gli è girato tutto bene. Poi i problemi arrivano sempre durante le stagioni. A volte magari si concentrano in gare vicine, in altre stagioni no. Ma non dimentichiamoci che lui è un rookie, deve imparare le piste… Oggi non è come vent’anni fa, quando si facevano quattro ore di prova prima della gara. Oggi hai un paio d’ore prima della gara e per i debuttanti diventa sempre più difficile. Domenica a Misano ha fatto il podio, se diciamo che questi sono piloti sopravvalutati… Però certo, all’inizio gli è girato tutto bene, ora anche gli altri si sono messi a posto - lui probabilmente è partito bene all’inizio - e adesso comincia la battaglia vera. Quello che mi dispiace è che Foggia ad inizio stagione ha buttato via tantissimi punti. Oggi a due gare dalla fine è in lotta per il titolo”.
A Misano sono andate bene anche le Boscoscuro, con il podio di Aron Canet e il quinto posto di Jorge Navarro.
“Sai, noi abbiamo poche moto, e con 25 Kalex è più facile che ci sia una di quelle davanti. Non è questione di una pista o di un'altra, sono anche questi numeri a fare la differenza”.
Con Quartararo hai dimostrato a tutti di averci visto lungo. Ora hai messo sotto contratto Romano Fenati.
“Allora, non è un rookie della Moto2 ma quasi, la prima volta aveva fatto mezza stagione. Tutti sappiamo che il talento lo ha, un pilota che arriva nel mondiale e fa secondo alla prima gara per poi vincere la seconda non può essere messo in discussione sotot questo aspetto. Quartararo per esempio ha fatto delle cose pazzesche al CEV, vincere per due anni consecutivi quel campionato di altissimo livello - a quell’età lì - è una grande prova di talento. Romano non ha raccolto quello che poteva o doveva raccogliere. Spero che l’anno prossimo riusciremo ad aiutarlo per fargli tirare fuori tutto il talento che ha dentro”.
Pensi di avere un modo diverso rispetto agli altri di scegliere i piloti?
“Non so che sistema abbiano gli altri. Io vado molto a pelle, di pancia. Voglio vedere quello che ha fatto un pilota, ma è quando ci parlo che capisco - anche da come si pone - quali sono i suoi obiettivi. Sinceramente in Romano, quando abbiamo fatto la trattativa, ho visto un grandissima motivazione. Spero che sia una svolta”.
Chi vince il titolo in Moto2? Ora Remy Gardner ha 18 punti su Raul Fernandez.
“Da metà stagione, forse da un po’ prima, sono per Fernandez. Già dai test era andato fortissimo. L’errore di domenica non lo doveva commettere, però 18 punti non sono tanti. Penso che a Gardner sia venuto un po’ il braccino, ma in Moto2 quando non sei al 100% è un attimo fare decimo. Invece Fernandez è caduto, ma la gara molto probabilmente l’avrebbe vinta lui. Prima quindi avrei detto 80% Fernandez, ora mi gioco un 50 e 50”.
Che MotoGP possiamo aspettarci l’anno prossimo?
“Penso che, con la crescita che ha avuto, Marc Marquez sarà sicuramente tra i pretendenti al titolo. Per quanto riguarda Bagnaia e la Ducati penso che se la giocheranno, lui quest’anno è cresciuto tantissimo e secondo me nel 2022 sarà pronto dalla prima gara a lottare per vincere come ha fatto in questa seconda metà di stagione. Per quanto riguarda Fabio Quartararo, se Yamaha non farà un bel salto in avanti con le prestazioni del motore penso che farà fatica. Quest’anno per me ha fatto un miracolo a vincerlo, ha lottato come un leone in tutte le gare ed è riuscito a stare lì con una differenza di prestazioni - dal mio punto di vista - non indifferente. Lo stesso vale per Joan Mir. Lui è un altro con numeri altissimi, stiamo parlando veramente di piloti speciali, perché piloti in grado di vincere sei, sette, otto…. anche nove gare all’anno beh, quando un pilota vince tutte queste gare non ha fortuna. Sono numeri veri che hanno personaggi come Valentino Rossi e Jorge Lorenzo”.
Cosa pensi di Franco Morbidelli? Tornerà a lottare per vincere?
“Lo spero. Nel 2020 ha fatto una stagione di altissimo livello e in tanti non si ricordano nemmeno che lui ha fatto secondo nel mondiale. Comunque è stato fortissimo, ha vinto tre gare e quell’anno Fabio gli è arrivato dietro. A Fabio nel 2020 mancava la maturità, ha avuto una carriera molto travagliata. Mi chiedete perché l’ho preso, ma quando è arrivato nel mondiale ha corso con una Honda in un team, poi con una KTM in un altro team, il terzo anno è arrivato in Moto2 con un altro team e un’altra moto. Devi dare stabilità ai piloti, se riescono ad esprimersi lo stesso vuol dire che hai avuto fortuna o che c’è un feeling pazzesco col capo tecnico. La differenza la fai quando tra il pilota e la squadra c’è intesa. In quei tre turni da 40 minuti devi riuscire a capirti ed è difficilissimo. Per quello continuare a cambiare squadra diventa ancora più difficile, mentre Fabio Quartararo adesso ha corso per tre anni con le stesse persone e con la stessa moto. È questo che, secondo me, ti fa fare la differenza”.
Adesso c’è Portimaõ.
“Canet aveva già fatto podio, arrivando secondo, a inizio stagione. Navarro ha ripreso fiducia con la nuova gomma anteriore e potrà essere competitivo, poi c’è anche Fermin Aldeguer. Con lui abbiamo vinto l’europeo di Moto2, secondo me potrà fare una buona gara. Tutta esperienza che servirà per crescere in ottica 2022”.