“Il tempo è l’unico avversario da cui un pilota accetta di essere sconfitto senza rimanerci troppo male” – La frase del giorno l’ha tirata fuori Luca Cadalora. Oggi, infatti, è il suo compleanno e l’abbiamo chiamato con la scusa degli auguri anche per farci raccontare un po’ la sua vita dopo le corse e la sua opinione su questo mondiale dopo le prime sette gare. Lui, Cadalora, ha scritto la storia del motociclismo italiano e le presentazioni non servono di certo, anche perché dopo gli anni da pilota è rimasto a lungo nell’orbita del mondiale, con Yamaha prima e come coach di un certo Valentino Rossi poi. “Adesso – ci ha raccontato – non vado più neanche in moto. Fino a che ho lavorato con Yamaha e con Vale capitava di farsi qualche sparo in pista, ma ora è tanto che non giro e non ne ho neanche tutta questa gran voglia, perché ogni cosa ha il suo tempo. Ho smesso ormai 22 anni fa e a Valentino Rossi, che adesso sta al primo anno giù dalla sella, dico che è come se iniziasse un’altra vita in cui si scoprono tantissime cose a cui prima non si faceva neanche caso. Insomma, dopo un po’ anche andare più piano diventa qualcosa di piacevole”.
Più piano e con gli affetti di una vita intorno, proprio come oggi, in un giorno di festa che alla fine non è stato tanto diverso da soliti: “E’ un normalissimo compleanno in casa, con la famiglia. È l’ultimo anno nei cinquanta, mica lo so quanto ci sia da far festa” – scherza ancora Cadalora. Non scherza, invece, quando il discorso va a finire sul mondiale 2022 della MotoGP e su quello che si è visto in queste prime sette gare: “Bastianini mi sta impressionando davvero. Signori miei, quel ragazzo ha tutto, davvero tutto, per mettere le mani su qualcosa che fino a poco tempo fa sarebbe stato anche impensabile. Domenica a Le Mans ha dimostrato di saperci fare, e tanto, anche di testa: una maturità incredibile, una capacità di costruire le gare che sta scardinando anche qualche certezza”. Il riferimento, per Cadalora, è alla certezza che chi corre per un team non ufficiale non potrebbe mai vincere un mondiale. “Sono tra quelli che l’hanno sempre pensata così – ci ha spiegato – ma questo Enea Bastianini può dimostrarci il contrario. Anche perché i tempi sono cambiati e penso che la stessa Ducati, se Bastianini continuerà a far bene e se Bagnaia dovesse commettere qualche altro errore, lo aiuterà sempre di più come farebbe con un ufficiale”.
Francesco Bagnaia, a proposito. Un pilota che Cadalora conosce bene sin dai tempi del lavoro al fianco di Valentino Rossi nella VR46 Accademy e che, secondo l’ex pilota italiano, ha ancora più di una speranza di colmare il gap che ha accumulato con la vetta della classifica. “Non credo – ha detto Cadalora – che il mondiale di Bagnaia sia già perduto. Le prime sette gare ci hanno dimostrato che c’è grandissimo equilibrio e che, quindi, i margini per recuperare ci sono tutti, anche perché non c’è un pilota che sta, come si dice in gergo, ammazzando il campionato. Certo, Pecco non può più permettersi errori. E’ vero che Fabio Quartararo è davanti a tutti pur avendo qualche problema con la moto, ma sono in tanti a giocarsela”. Una moto, quella di Fabio Quartararo, che Luca Cadalora conosce bene, visto che è con Yamaha che ha scritto molte delle pagine più entusiasmanti della sua carriera ed è con Yamaha che Valentino Rossi correva quando proprio Cadalora gli faceva da coach. “S’è un po’ verificato quello che diceva Vale – ha raccontato ancora – Gli altri sono arrivati e la M1 non è più la moto da battere. Posso capire anche la frustrazione di Quartararo, perché quando la tua moto va dieci km orari più piano delle altre, diventa tutto più difficile e in alcuni circuiti rischi di ritrovarti col non essere per niente competitivo e il dover accontentarti di posizioni che regalano punti, ma non regalano gioie”.
Gioie che ultimamente latitano anche nella testa di Marc Marquez, un altro che Luca Cadalora conosce più che bene e che, come ci ha detto, “sicuramente sta soffrendo tantissimo. Chi è abituato a vincere dominando – ha concluso Cadalora – fa il doppio della fatica a doversi accontentare. Temo, però, che quel Marc Marquez che era incredibilmente superiore a tutti non lo vedremo più. Ha davanti un percorso molto difficile e la Honda non lo sta certo aiutando, visto che la moto ha qualche problema. Sicuramente potrà tornare a vincere e magari a lottare per il titolo mondiale, ma non penso che dominerà più come faceva fino a qualche anno fa. Anche perché, oltre agli avversari che nel frattempo crescono e maturano e con i problemi fisici che lo affliggono da due anni, pure Marc Marquez adesso deve cominciare a fare i conti con il tempo che passa. E’ un grandissimo talento, non sono d’accordo con chi sostiene che Marc Marquez è finito, ma di sicuro questo Marquez dovrà faticare un po’ di più per imporsi ancora”.