Luca Marini si prepara alla sua seconda stagione in MotoGP dopo un esordio complicato nel quale, ad ogni modo, ha portato a casa un 5° posto al GP d’Austria ed una prima fila in qualifica a Misano. L’imperativo però è fare un netto passo in avanti, dimostrando che nelle giuste condizioni può lottare per le piazze che contano. Per farlo, Marini ha chiesto una moto aggiornata (rispetto alla GP19 usata quest’anno) e una squadra più ampia e preparata da tenere al suo fianco. Così, dopo i test di Jerez in cui Luca è salito in sella alla moto di quest’anno, durante i test in Malesia (previsti dal prossimo 5 febbraio) guiderà per la prima volta la Desmosedici GP22 con cui affrontare la stagione.
Per quanto riguarda il team invece, Marini ha ereditato da Valentino Rossi il capotecnico David Munoz, da sempre vicino all’Academy con cui ha vinto il titolo della Moto2 nel 2018 assieme a Pecco Bagnaia: “Penso che sia uno dei migliori capi squadra del paddock, lo volevo davvero perché non ho mai avuto la possibilità di lavorare con lui. Penso che siamo due buone menti in grado di lavorare assieme per ottenere buoni risultati”. Altra figura di riferimento proveniente dall'ex team del fratello è Idalio Gavira, scelto da Rossi come coach personale dopo l’esperienza con Luca Cadalora: “Volevo le persone migliori - ha spiegato Marini - Ho un ottimo rapporto con tutti i miei meccanici, li conosco molto bene e abitiamo tutti vicino a Tavullia. È bello vederli anche fuori dalla pista”.
Ad ogni modo nel team non mancano i volti nuovi, a partire da Daniel Vilar Casal, con cui Marini ha lavorato in Moto2: ““Sicuramente Daniel deve capire tante cose diverse in MotoGP. Deve imparare molto, ma capisce molto bene lo stile di un pilota, può analizzare molto bene i dati e darmi consigli su quali aree e come posso migliorare. Per una persona che non ha mai guidato la moto, è davvero bravo. Ha talento”.