Le premesse a inizio 2021, per Ducati, erano scritte nero su bianco: Jack Miller per puntare al titolo, Francesco Bagnaia per prepararsi al futuro. Jack aveva tutto per farlo, a cominciare da un 2020 in costante crescita e continuando con un passaporto che in Ducati ha sempre portato bene, dal titolo di Casey Stoner a quelli di Troy Bayliss. E nella MotoGP tutti, anche gli ingegneri, sono scaramantici. Le cose tuttavia sono andate diversamente a partire dal Qatar, con Jorge Martín a firmare la pole e l’australiano a litigare con Joan Mir per chi dovesse finire nella ghiaia. Poi la stagione ha ripreso quota con due belle vittorie - Jerez e Le Mans - con cui Jack è riuscito a ritrovare serenità. Lui che è in grado di piangere, ridere e ruttare fragorosamente nello stesso minuto è uno degli ultimi brandelli del pilota da moto due tempi che alla gente piace. A noi, piace.
Se a metà stagione era chiaro che Jack non avrebbe più potuto giocarsi il mondiale, dall’altro lato del box le cose non hanno fatto altro che migliorare fino ad oggi, a stagione conclusa, con Bagnaia tra i favoriti al titolo 2022. Un altro, al posto di Miller, avrebbe preso a calci la moto. L’avrebbe mandata al limitatore con l’unico obiettivo di romperla, innescando un divorzio di metà stagione che sa tanto di fine carriera. L’australiano invece ha reso onore all’ingaggio pagato da Borgo Panigale nel migliore dei modi. Ad Austin, quando il compagno di squadra era ancora in lotta per il titolo, gli ha spiegato come affrontare il primo settore, lasciandolo sfilare a fine gara. A Misano è caduto per tenere dietro Marc Marquez, frenando prima del dovuto per non superare Bagnaia. Quando è caduto anche lui, mentre Fabio Quartararo festeggiava il titolo i due si abbracciavano fuori dal box. In MotoGP cose del genere non esistono e se esistono durano poco - come Petrucci e Dovizioso, amici finché Danilo non ha vinto al Mugello - ma questo modo di gestire la squadra è sempre più ricercato dai team. "Ci conosciamo molto bene - ha raccontato Bagnaia - l'ho incontrato per la prima volta nel 2011 ed è già il terzo anno che condividiamo un box, formiamo una grande team e abbiamo un ottimo rapporto".
Rapporto che, rispetto a quando entrambi correvano per il Team Ducati Pramac di Paolo Campionti, è radicalmente cambiato: “Ora le cose sono diverse, parliamo spesso di gomme, strategie e tante altre cose. È bello avere quell'atmosfera in squadra. Facilita la vita ai box e lo apprezzo, mi aiuta a fare meglio”. Un messaggio chiaro ai dirigenti Ducati che, a fine stagione, non hanno nascosto di essere rimasti tanto delusi da Jack Miller quando stupiti da Jorge Martín. Il titolo piloti però lo si vince con un uomo soltanto e avere due prime linee in squadra non è necessariamente una buona idea. Yamaha lo ha fatto per tanti anni, Honda ha preferito coccolare il suo fuoriclasse. A questo si aggiunge il fatto che il 2022 sarà diverso per tutti, anche per Jack. Lui è capace di vincere e se non ne è in grado è disposto ad aiutare Bagnaia a farlo. Che anche Martín sia capace di entrambe invece, è tutto da dimostrare.