In questi giorni a Milano si sono verificati diversi blackout, che la società Unireti ha imputato principalmente all’uso esagerato dei condizionatori provocato dall’innalzamento delle temperature. I Milanesi però non l’hanno presa bene. Tra loro anche Luca Salvadori, pilota e content creator del capoluogo lombardo, che ha attaccato l’amministrazione di Beppe Sala con un video sui suoi canali social. Lo abbiamo contattato per farci raccontare il suo punto di vista, ecco le sue parole.
Ciao Luca! Oggi eri in pista con la Ducati del Team Barni.
“Sì, ero a sgranchirmi a Cremona in attesa della gara del campionato a Imola, una giornata open pit-lane con 80 moto in pista… tra cui molti amatori. Avevo solo 15 minuti a fine giornata per fare qualche giro e provare il tempo e lì ha cominciato a piovere. Così i complottisti avranno finalmente ragione, ho girato più lento con la moto preparata che con quella di serie. Credo che a Imola ci andrò comunque con la Ducati di Barni (Ride) ”.
Oggi però parliamo di attualità: hai attaccato il Sindaco di Milano Giuseppe Sala per la direzione eco friendly imposta alla città.
“Beh, diciamo che Milano non è né eco né tantomeno friendy. Ognuno pensa alle sue cose ed è pieno di squali. Comunque, da milanese la Giunta Sala comincia veramente a stufarmi. Cercano di replicare i modelli europei, ma la verità è che abbiamo una città nella quale è impossibile creare queste mega ciclabili che vanno ovunque, a meno che uno decida di chiudere tutto il centro. Ma così si complica la vita ad una marea di persone solo per far contenta quella cricca della Milano centro, radical chic e comunisti col Rolex, a cui piace un sacco questa cosa. Vado per stereotipi, giusto per farmi capire prima: la mamma che non ha niente da fare tutto il giorno perché fa la mantenuta è felicissima di non vedere il traffico, così può girare con la sua bicicletta con scritto ‘no oil’ ed essere in pace con sé stessa”.
“Questo è uno dei tanti problemi, ma è l’atteggiamento sempre un po’ arrogante ad infastidirmi. Vedi Corso Buenos Aires: è l’arteria più trafficata di Milano, piena di negozi… Già era difficile fermarsi prima, ora hanno voluto anche mettere una corsia unica - pazzia totale - per fare questa benedetta ciclabile perché i ciclisti vanno in strada. Perché in mezzo ci sono pedoni, furgoni fermi per le consegne, monopattini elettrici ovunque… un disastro. E quando hanno capito di essersi sbagliati hanno peggiorato le cose, togliendo tutti i parcheggi. Ottimo. E in tutto questo, con quasi 30 gradi, ci sono costantemente blackout”.
Niente male in effetti.
“Un sacco di gente dice, giustamente, che Sala non c’entra nulla con i blackout. Ed è vero, ma chi ha fatto gli appalti, mia zia? Secondo me no, secondo me gli ha fatti il Comune. E penso sia obbligo del Primo Cittadino verificare che chi vince gli appalti sull’energia elettrica poi investa sulla rete più che concentrarsi sui dividendi per gli azionisti. Ora sono tutti entusiasti, belle le colonnine, facciamo le colonnine, ma quando le avranno messe davvero sarà un disastro… Altro che condizionatori. Stesso discorso per le targhe alterne. Hanno passato anni a fermare le macchine per l’inquinamento, e poi - sorpresa! - durante il lockdown, quando nessuno usciva, non c’è mai stato così tanto smog. Quindi forse il problema non erano le macchine. Ma ormai politicamente hanno scelto l’elettrico e non c’è niente da fare, e sono tutte cose pensate per quel tipo di elettorato. Per carità, sono tutti discorsi che nella teoria avrebbero anche un senso, ma nella pratica applicarli ad una città come Milano secondo me è semplicemente impossibile. Altra cosa: perché vedo continuamente lavori sulle strade in centro dove non servono? L’asfalto perfetto sarà anche funzionale ai turisti per fare le foto, ma ad un chilometro da lì hai buche, crepe e problemi. Ma posso continuare: c’è una piazza di spaccio gigantesca dietro Corso Venezia, in pieno centro. A venti metri dalla municipale che fa le multe - per citare il buon Alongi - ci saranno una trentina di spacciatori per ogni lato della strada”.
Notevole questa tua inedita versione da Zanzara…
“(Ride) Si, ma voglio comunque fare una precisazione: io non ho studiato scienze politiche, ma sono un cittadino che abita a Milano esattamente da 29 anni. E credo di poter dire la mia, non è che fare il pilota mi estrometta dall’avere un pensiero che sia politico o di altro genere. Quante volte senti il cantante a cui dicono zitto e pensa ai concerti, o un calciatore da cui vogliono solo il gol? Invece è giusto che uno, se vuole, abbia la possibilità di dire quello che pensa”.
Certo. E, a proposito, prima hai accennato anche alla polemica su Madame.
“Lei poi ha spiegato che il diritto di mangiare in pace con i propri cari è sacro, ma da come ha scritto all’inizio sembrava un po’ “io so’ io e voi non siete un cazzo”. È successo anche a me che la gente venisse a chiedere una foto solo per farla vedere agli amici. Tipo un trofeo, senza sapere nulla di me. Detto questo io reagirei diversamente: se è qualcosa che hai voluto e cercato…”
Hai voluto la bicicletta e adesso pedala?
“No, però sai: che venga l’hater, lo scemo che ti interrompe la cena con la fidanzata o quello che non sa nulla di te… Metti addosso un bel sorriso, fai la foto e basta. È così, punto. Non te l’ha ordinato il medico di fare la star, quindi secondo me bisogna contare fino a dieci, fare un sorriso e basta”.
Il medico però non le ha neanche ordinato di fare la foto con chiunque vada a chiedergliela.
“Questo è verissimo, però io faccio un discorso di umiltà. Magari tre anni prima avrebbe implorato per avere qualcuno che la riconoscesse per strada ed ora che c’è è diventato già un fastidio. ‘Voglio solo cantare, la popolarità non mi interessa’: non puoi dirlo se guadagni, suoni in giro e ti regalano i vestiti grazie al movimento mediatico che crei. Altrimenti se vuoi che la gente non ti stufi fai come Valentino. Stai nella tua zona dove nessuno ti viene a stressare e, se vuoi fare la cena con i tuoi, affitti una suite privata e mangi lì. Dire ‘oddio, mi stanno chiedendo le foto’ è un po’ troppo. Ti stanchi di meno a farla senza troppe storie”.
Già che sei così combattivo ho un’altra domanda. Come hai vissuto la questione DDL Zan - Vaticano?
“Mamma mia… No, non posso. Sarei volgare, mi sto mordendo la lingua. Cerco di metterla giù così, senza entrare nel merito del DDL Zan, e premetto che è solo il mio punto di vista. Se c’è Dio, questa entità superiore che veglia su di noi, non credo abbia bisogno di tutta questa intermediazione terrena. È pur sempre onnipotente, no? A me sembra un po’ diventata anche una questione di business. Se avessero semplicemente detto di non essere d’accordo col DDL Zan - per non dare alcuni diritti agli omosessuali - sarebbe stata una cosa. Invece si sono attaccati ad una scorza di perbenismo pur di non dire quello che pensano: l’omosessualità non deve essere sdoganata così, i gay non possono avere i diritti degli etero. Invece quando vengono scoperti alcuni preti a fare cose terribili li prendono e li mettono da un’altra parte. Poi per carità, la Chiesa fa anche cose stupende, non lo metto in dubbio”.