Provocare due incidenti diversi in un giro, al netto della dinamica, è una cosa piuttosto rara in MotoGP. Quest’anno per il momento ci è riuscito solo Marc Marquez e l’ha fatto al via del GP di Aragon, che essendo il primo dopo oltre tre mesi di pausa doveva fungere da allenamento per il 2023. Evidentemente però, la voglia di vincere nella testa di Marc Marquez ha sempre ragione. Nuovi infortuni e una moto lontana dal suo stile di guida vengono dopo, sempre. Anche considerando che una possibilità di giocarsi il mondiale piloti se l’è giocata da tempo.
Per quanto Marc sia corso in fretta dai giornalisti a spiegare la sua versione delle cadute, dicendo che l’incidente con Nakagami è da imputare alla carena di Quartararo, non sono mancate le critiche, da Johann Zarco a Luca Salvadori, che reduce dal weekend di gara al Mugello ha registrato un video per raccontare il suo punto di vista: “Il primo giro l’ha fatto da fuori di testa, era impeperonato come ormai non si vedeva da tempo, anche perché prima non ha corso. Ha passato tutto il periodo in cui era fuori a raccontare di essere cambiato, di aver cambiato l’approccio alla gara… e poi se n’è fumati sei all’esterno e di traverso, a caso. Ma è sempre costantemente oltre il limite. Penso che dovrebbe sforzarsi per riprendere gli automatismi e l’occhio e soltanto poi reagire come l’istinto gli suggerisce”.
È vero: a giudicare dalle immagini sembrava che Marc si fosse dimenticato di essere in MotoGP, dove corrono i migliori al mondo e gli errori (anche piccoli) si pagano. Non solo, sembrava si fosse completamente scordato dei mesi di pausa, come ha detto anche Chico Lorenzo e con cui lo stesso Salvadori sembra d'accordo: “Durante il weekend la lancia due volte, ne distrugge una, fa salvataggi allucinanti come al solito - quindi di forza sembra ne abbia riacquistata - insomma, è il solito Marquez. Di fatto il primo botto che regala 20 punti a Bagnaia non è colpa sua, è figlio dell’aggressività di cui parlavamo prima. Lo sanno anche i sassi che ci vogliono cinque o sei curve per riscaldare il posteriore Michelin e invece lui niente, da zero a cento. Quartararo non poteva fare nulla per evitarlo, ha cercato di andare un pochettino a destra ma niente. Lui perde aderenza, tu dietro sei a full-gas con una moto da 300CV… è quasi impossibile evitarlo”.
La responsabilità, per Salvadori, è in buona parte di Marquez: “Se nel primo contatto possiamo dire, tra virgolette, che non era colpa sua, secondo me nell’incidente con Nakagami di colpa ne aveva. Era evitabile. Sei in sella, senti una moto che ti entra nel sedere - anche se non è bello da dire - non pensi che possa esserci qualcosa che non va? Soprattutto essendo un pilota MotoGP con una grandissima sensibilità lo senti subito che la moto ha qualcosa di strano, rimanere in pista significa mettere a rischio anche gli altri piloti, non solo la tua gara. Infatti dopo curva 7, nonostante avesse perso già tante posizioni - perché la moto non andava bene - ha cercato di attivare l’abbassatore che si è incartato coi pezzi della Yamaha M1: si è bloccata la ruota e lui è stato portato verso Nakagami. Questo ovviamente non è stato voluto, il gomito che si è aperto però è un movimento automatico del pilota per evitare di sbattere contro una moto che ti viene vicino. Anche Taka, guardando le immagini, cerca di proteggersi, è una cosa automatica. Il problema non è stato il contatto in sé, ma l’aggressività e il fatto di non capire di essere in una situazione già compromessa e salvaguardare gli altri piloti: ho la moto che non va bene, andiamocene. Invece no, non gliene è fregato niente. Non va bene”.
Poi rincara ulteriormente la dose: “Anche dopo il botto con Nakagami si è fatto tutta la pista fino ai box: poteva parcheggiare lì e non mettere a rischio nessuno, invece se n’è andato via con la moto fumante rischiando di perdere pezzi - come è successo - e non è una bella cosa. Tutto questo poteva evitarlo. Marc, ti ho difeso un sacco di volte, ma questa mi è sembrata una mossa troppo egoistica e non mi è piaciuta”.