Marco Lucchinelli, ospite di Paolo Ianieri e Zoran Filicic al Podcast della Gazzetta dello Sport, ha parlato senza mezzi termini di tutto quello che gli veniva chiesto: la MotoGP, come viene raccontata e le regole che ci girano intorno. A volte scherza, altre rimane serio. Ma le critiche sono feroci, specialmente nei confronti della conduzione di Sky e dell’entourage del 9 volte iridato. Ecco i passaggi più interessanti.
“L’ultima volta che ho fatto un’intervista hanno augurato la morte a me, a mio figlio e alla mamma. Per aver espresso un’opinione. Sono tutti artisti, dei grandi - comincia a dire Marco Lucchinelli che ricorda quando, a inizio anno, aveva dichiarato che Valentino avrebbe dovuto ritirarsi - La mia opinione era quella che Valentino smettesse e mi ha dato del leccaculo. Leccaculo lo sono quelli attorno a lui, tutti a quattro zampe perché hanno paura di non lavorare. E non l’ho detto a Valentino in senso offensivo, è passato da vincere 10 gare all’anno a fare zero punti, che ce la faccio anche io a prenderli, a fare ultimo”.
Poi continua: “Mi sono girati un po’ i coglioni a prendere del leccaculo. Io lecco culi ma anche lì vicino capito? Lo dico per avere la certezza che non mi prendiate per un altro. Capiamoci, uno può correre quanto vuole. Anzi, è da ammirare. Però anche vedere un fuoriclasse arrabattarsi nelle ultime posizioni quando una moto come la sua è davanti è brutto da vedere. Se l’avessi fatto io mi avrebbero detto smetti, lascia perdere. A me del leccaculo non può essere dato perché non ho mai approfittato di nulla. Sono uno sportivo, un opinionista. E dico quello che vedo, altrimenti sarei un suo fan e non sarei equo. Io sono Lucky, vedo le gare e mi esprimo”.
L’attacco arriva anche ai giornalisti che raccontano le corse su SkySportMotoGP, anche se Lucchinelli non fa nomi: “Si sono creati un gruppo in cui dicono quello che vogliono. Io sento delle cose, ragazzi. Mi tocca ascoltare in inglese anche se sono ignorante. Ma ad Austin la domanda che andava fatta a Bagnaia gliel’hanno fatta gli inglesi, sul gioco di squadra: i nostri facevano finta di non vedere niente ‘Martin sta guardando il Dashboard per vedere le marce’ no, si chiama gioco di squadra. Se l’avesse fatto un altro ci saremmo attaccati a questa cosa. Per queste cose bisogna essere un po’ più oggettivi. invece lì parlano quelli che non hanno mai corso, quindi parlo anche io. Ce ne sono alcuni che se vai a vedere su Wikipedia non hanno mai preso un punto, neanche avendo corso per dieci anni. Hanno preso meno punti di mio figlio quando si è rotto il mignolo a calcio”.
Anche la telecronaca, secondo Lucchinelli, è affidata alle persone sbagliate: “Mi dispiace che il posto che sarebbe di chi se l’è guadagnato venga preso da altri. Vedo che negli altri sport, come in F1, c’è un pilota di rango a parlare. Qui è un altro modo di descrivere le gare. E sono anche stanco di sentire tutti i diminutivi: Uccio, Cippa, Maro, Lippa, Morbido. A me morbido mi ci veniva. Voglio nome e cognome. Mi sembra di sentire Wanna Marchi quando faceva le televendite, non ne posso più”.
Sul discorso della sicurezza in seguito della tragedia sfiorata in Moto3 spiega che, secondo lui, nella maggior parte dei casi va accettato il rischio: “Le gare sprint, come è successo in Moto3… Bisogna cerare di evitarle. È stato fatto tantissimo per la sicurezza e andare in moto è una delle cose più belle al mondo, ma è anche una cosa pericolosissima. In pista ci sono le vie di fuga, ma anche per strada si muore e non ci sono morti di serie B. Il problema è che nelle piccole categorie ce ne sono tanti che vanno forte: una volta ce n’erano un paio, ora ne arrivano a flotte e non vedono l’ora di passare di categoria accorciando i tempi. Gli abbiamo abituati noi ai record: chi vince più da giovane, chi è partito da giovane… Siamo stati noi ad averli abituati a questo. Mi piacerebbe trovare una soluzione, ma dobbiamo metterci in testa che le gare in moto sono molto fascinose, ma non le possono fare tutti proprio perché ci vogliono le palle”.
Sulla MotoGP, invece, 'Lucky' ha un’idea diversa: "Per i piloti grandi invece so cosa dire. Se i piloti sono uomini quando ci sono dei soldi da prendere bisogna che lo siano anche quando bisogna prendere una decisione. E saper andar piano, per esempio, se piove. Se prendi l’acqua in autostrada non è che vendi la moto. Prendi l’acqua e arrivi piano, ci sarà qualcuno che va più forte. Quando i piloti della MotoGP dicono che correre è pericoloso mi viene da ridere: se non lo fosse correrei anche io! E non ci sono dubbi su questo, la velocità è pericolosa”.
Poi torna a parlare del GP delle Americhe, vinto da Marc Marquez. Lo spagnolo ha corso una gara formidabile, mettendo dietro Fabio Quartararo (con 52 punti di vantaggio in campionato) e Pecco Bagnaia, terzo al traguardo: “Una pista piena di buche, esagerata. Effettivamente Marquez è stato bravo. Non sono suo tifoso, però mi auguro che torni ad essere quello di prima perché sarebbe un riferimento. Una volta ce n’erano troppi: Valentino, Marquez, Stoner, Lorenzo Pedrosa… Io non riesco ad augurare del male a nessuno, vorrei tornasse forte”.
Poi fa un plauso ad Enea Bastianini, 6° al traguardo dopo essere partito 15° con una moto meno aggiornata delle altre: “Bastianini mi piace come faccia, come persona e anche come modo di correre. Spero che ora che non ci sarà più Valentino non ci si attacchi troppo a Bagnaia, che chi fa le telecronache non ci massacri i maroni con Bagnaia. Lui deve avere il giusto spazio, sta facendo delle cose grandissime ma non esageriamo. Io non ce l’ho mai avuta con Valentino ma solo con i suoi adepti della banda, che molte volte non sono equi nel giudizio. Morbidelli è un altro che ha già dimostrato di saper vincere, ora ne abbiamo tanti che possono fare bene e speriamo che ci facciano divertire perché ne abbiamo una gran voglia”.
Sul ritorno di Andrea Dovizioso tuttavia, Lucchinelli non si risparmia: “No, non ha fatto bene a tornare, io non sono per i rientri. L’ho detto ai tempi di Spencer, l’ho detto per Schumacher. Se vai via, anche per poco, cambia tutto. Io non l’avrei fatto neppure per soldi e credo che loro l’abbiano fatto per quello. Il Dovi quando ha smesso doveva lasciar stare Aprilia, questo e quell’altro. Sembrava che ci fosse solo lui cazzo, poi sale sulla moto e ci vuole il cucù per prendere i tempi”. È sorpreso, invece, da Fabio Quartararo: “Bravissimo. Io di fuoriclasse francesi non ne avevo mai visti. Lui è sereno, guida bene. Da lì a vincere 8 o 9 mondiali la vedo dura, però quest’anno se lo merita. Sarebbe più bello se lottassero fino all’ultima gara, ma sai…”
Da Joan Mir, vincitore come lui di un titolo mondiale con la Suzuki, Marco spiega di essere rimasto un po’ deluso: “Ha la mamma buona, ricordatevelo sempre! A parte gli scherzi anche io mi aspettavo di vederlo in lotta per il mondiale. Anche perché ha una signora moto che curva dove vuole lui, stringe le traiettorie… È una Suzuki che avrei voglia di guidarla anche io. È vero che non è già dietro la lavagna, però deve svegliarsi. Bisogna saperne approfittare, non si possono buttar via le occasioni. Anche perché gli incidenti, le cadute… negli anni ti cambiano. Bisogna dare il massimo quando si ha la possibilità di farlo”.
Alla fine, dopo una lunga intervista che farà parlare per settimane, conclude con un pronostico per Misano 2 in programma il prossimo 24 ottobre: “Bagnaia e qualche altra Ducati. Valentino però non lo metto sul podio… Bagnaia vince. Morbidelli è troppo presto, Dovizioso anche. Quindi Bagnaia, Rins e Bastianini”.