Sun Yiwen, 32 anni compiuti a giugno, si è laureata campionessa olimpica nella spada femminile tre anni fa, ai Giochi della XXXII Olimpiade. La sua spedizione in terra francese era partita con i migliori auspici, ma un assurdo tabellone dei sedicesimi di finale che ha messo fine al sogno di alcune tra le favorite, comprese le italiane Giulia Rizzi al suo esordio olimpico e Rossella Fiamingo, ha chiuso anzitempo anche la sua cavalcata (poco) trionfale verso una riconferma sull’Olimpo. Un assalto tiratissimo, chiuso all’overtime (il minuto addizionale in caso di parità alla fine dei tre tempi regolamentari) per 14 stoccate a 13 a favore della sua avversaria, la nipponica Miho Yoshimura, non poteva finire senza qualche strascico di polemica, ed ecco che dopo l’assegnazione della stoccata decisiva il dramma sportivo, in pieno stila shakespeariano, si consuma nel modo più inusuale: l’esito di una moviola contestato e una sconfitta non accettata.
La scena, alquanto paradossale, potrebbe tranquillamente provenire da un film horror di Dario Argento come da una commedia di Charlie Chaplin: il sogno infranto della campionessa porta Sun a fermarsi, a centro pedana, in attesa della revisione di un risultato ormai già deciso. Malgrado gli inviti dell’arbitro a rassegnarsi, l’insistenza della spadista cinese prevale e l’attesa continua. Alla base della contestazione c’è una possibile auto-stoccata: Yoshimura, alla sinistra della pedana, avrebbe fatto accendere la luce rossa toccando la sua stessa gamba con la punta della spada, azione ovviamente vietatissima da regolamento. Il problema è che la moviola ha già smentito le accuse della spadista sconfitta. Come se non bastasse, oltre all’attesa vana della campionessa in carica, si aggiunge una riunione improvvisata tra arbitri, delegati FIE e membri della delegazione cinese per provare a chiudere la questione.
Il pubblico francese, notoriamente rumoroso, condisce la scena surreale con una pioggia di fischi: tra chi supporta la spadista cinese e chi contesta la sua ingiustificata ostinazione, il Grand Palais si trasforma nel palcoscenico della resa che scriverà la storia. L’ennesima analisi della moviola è inconcludente per la (ormai) ex campionessa: non bastano arbitri, delegati FIE e membri di entrambe le delegazioni a chiarire una stoccata dubbia che, in realtà, di dubbio non ha nulla ed ecco che, dopo l’ennesimo invito da parte dell’arbitro a chiudere l’assalto, Sun Yiwen alza metaforicamente bandiera bianca con il saluto e la stretta di mano all’avversaria. Non potrà difendere l’oro, ma indubbiamente ha contribuito a scrivere un nuovo capitolo nella storia della scherma olimpica.