Questa volta Aldo Grasso ha bucato le ruote ai telecronisti del ciclismo. Non prima di essersi lasciato andare a qualche “premessa umorale” sull’amara domenica sportiva nostrana. Ed è qui che riserva spazio anche ai motori, parlando di Bagnaia e di Ducati, che avrebbe “messo il nemico in casa” al buon Pecco. Marc Márquez ha messo le due ruote avanti all’italiano a Losail e guida la classifica di MotoGp davanti al fratello Álex (altra Ducati) e proprio a Bagnaia. Venendo alle quattro ruote, Grasso non è stato clemente nemmeno con il podio mancato, anche in Bahrain,da Ferrari, che “per via del colore e non solo, mi ricorda la mia vecchia Fiat 127”. Ma ad essere stato messo all’indice dall’editorialista del Corriere della Sera è stato soprattutto il mondo dei cicloamatori, o meglio, di chi parla agli appassionati durante le lunghe dirette trasmesse dalla Rai.

Questa volta il casus belli è stata la telecronaca della Parigi-roubaix in onda su Rai 2 – non la gara integrale, scelta criticata da Grasso – vinta dal belga Mathieu van der Poel sullo sloveno Tadej Pogacar: “I pur bravi Luca Gregorio, Riccardo Magrini e Moreno Moser di Eurosport spesso trasformano la telecronaca in una chiacchierata da bar, con i saluti agli amici, gli appuntamenti per cenacoli infrasettimanali, le telefonate di vecchi campioni, cose del genere”, tuonato il critico dalle righe del Corriere. Insomma, la gestione ritenuta un po’ troppo da padroni di casa del terzetto Rai pare non andare giù. Così come non piacciono il linguaggio e i particolari in cui ci si attarda, e che si rivolgerebbero “in particolare ai cicloamatori, agli appassionati, ai cultori delle due ruote. Per questo si parla molto di Watt (calcolo di potenza), di Vam (velocità ascensionale media), di cardiofrequenzimetro, di potenziometro, di acido lattico. Insomma, si parla di ciclismo a chi sa di ciclismo, escludendo in questo modo chi ama la corsa anche per quello che la corsa ti fa vedere”. L’atteggiamento “esclusivo” che Grasso critica ai telecronisti di Eurosport dovrebbe, in teoria, essere attutito dai commenti più generali di Gregorio, giornalista di professione che dovrebbe quindi capire quando diluire i tecnicismi e aprire parentesi utili a far digerire le curve più ostili della telecronaca al pubblico. Ma a detta di Grasso sembra perdersi in quel clima da bar un po’ piacione che finirebbe per allontanare. Una spallata al “al solito circolino”, dunque?
